Ieri pomeriggio, il Dio de' Bivi si è manifestato in un modo alquanto singolare: per l'occasione ha mutato specialità ed è diventato il Dio de' Portoni.
Ve la devo raccontare brevemente. Ero fermo nella parte forse più antica di una lunga strada della parte sud di Firenze; la si potrebbe chiamare veramente una miracolosa sopravvivenza, un angolo di bellezza rurale rimasto autenticamente sospeso nel tempo. Mentre svolgevo la mia incombenza, in un luogo che per me è più che consueto, ho notato con la coda dell'occhio che un portone che ho sempre visto rigorosamente chiuso, era socchiuso. Essendo un tipo curioso per natura, ho sbirciato dentro: e quel che mi è apparso è quel che vedete nella foto sopra.
Una 500 in una stanza. Sopra l'impiantito in piastrelle di cotto, accanto agli scaffali dei libri e, anzi, con un bel po' di libri appoggiati sul tettino. Il cagnolino nero che cagnolàva e, tanto per ribadire il concetto, la 500 di quelle commilfò, ammodino, grigia coi sedili rossi. Nella mia oramai lunga Militanza Treggistica® me ne sono capitate di tutte, ma sbirciare in un portone aperto e trovarci una macchina nella stanza d'ingresso ancora no. Ora non lo dico più.
Sono comparsi due simpatici ragazzi, che poi sono due fratelli: essendo mezzi fiorentini e mezzi canadesi, portano gli esotici nomi di Nicolas e Ryan (ebbene sì, c'è scappata anche l'ovvia battuta sul soldato Ryan, va da sé). I quali mi hanno spiegato che cos'è quel posto il cui portone vedevo sempre chiuso, e che un pomeriggio ho trovato aperto con tanto di 500, libri e cagnolino nero: un Bed & Breakfast. Si chiama "Al Canto", intendendo naturalmente "canto" nel senso di "angolo"; garantisco che agli ospiti non vengono date lezioni di musica lirica.
Insomma, ho scovato il primo Bed & Breakfast treggistico della città di Firenze e, se tanto mi dà tanto, anche del mondo. L'unico in cui si entra e si viene accolti da una 500 coi sedili rossi. La quale mi è stata presentata dai due ragazzi come del "1969"; e qui hanno dovuto subire il loro primo contatto con un Treggista Militante®, il quale ha fatto loro presente che si sbagliavano, perché la targa della vettura non è affatto del 1969 e l'occhio esperto lo vede subito. Ho riportato immediatamente l'immatricolazione al 1967, e non mi ingannavo: il Bollonet ACI ci dice infatti che la 500 del "Canto" è stata immatricolata il 2 febbraio 1967, giorno della Candelora. Qui la vediamo in faccia, col cagnolino, i libri e l'oramai famoso portone aperto che dà sulla strada.
Finita qui? Manco per sogno. Dando a quel punto un'occhiata al resto del Bed & Breakfast, guidato dai due ragazzi (di una gentilezza e di una disponibilità straordinarie, considerato anche il non trascurabile fatto che ero un perfetto sconosciuto...), e constatato che si tratta di un posto bellissimo, mi sono accorto che, nel cortiletto & giardino interno, continuavano a spuntar fuori dei veri e propri tesori, stavolta a due ruote:
Sempre rigorosamente sistemato su piastrelle in cotto, ecco a voi, siòre e siòri, nientepopodimeno che un
Motom 48 C/D, con tutti i suoi pezzi originali. Autentico cavallo di battaglia della
Motom, casa milanese attiva dal 1947 al 1970, il 48 C/D fu prodotto dal 1960 al 1970, e quindi non è esagerato situare questo esemplare alla metà degli anni '60. A quel punto, io e due ragazzi del Bed & Breakfast s'era già cominciato a chiacchierare come se si fosse amici di lunga data; miracoli & delizie del Treggismo®!
Notando come il cagnolino non perdeva occasione, come è logico che sia, per mettersi in mostra, e dimostrando -come dicevano gli antichi anzi antichissimi- che est Motom in rebus, mi è bastato voltarmi per vedere quanto segue:
Voilà: uno scooter Iris 50 cc che, stavolta, Nicolas e Ryan all'unisono mi hanno garantito essere del 1969, senza se e senza ma. La Iris, che ora produce esclusivamente componenti (è specializzata in catene) è un'azienda fondata nel 1936 nel nord della Spagna, e dire "Spagna 1936" riporta a tempi bui e complicati; negli anni '60 e '70 ha prodotto però anche motorini "autarchici", prevalentemente riservati al mercato interno. Trovarne un esemplare in Italia fa gridare veramente alla rarità assoluta.
Per concludere: cari i miei Treggisti che risiedete altrove, se per caso vi capitasse di passare da Firenze, oppure vi pungesse vaghezza di farci una vacanziella, considerate veramente l'idea di passare dal
"Canto", che troverete facilmente su Internet. Ci troverete non solo un bel posto tranquillissimo in una zona insolita di Firenze (ma ben collegata e a un quarto d'ora dal centro), non soltanto la gentilezza e la simpatia dei due ragazzi che lo gestiscono, non soltanto il
bed (ronf, ronf) e il
breakfast (ciomp, ciomp), ma anche di che
rifarvi gli occhi dal punto di vista delle auto e motorini d'epoca. Vi par poco? A me no!
Non resta ora che l'
abbinamento musicale. Considerando il fatto che si parla qui di Firenze e di viaggi, e che il "Canto" si trova a pochissima distanza sia dalla via intitolata a
Odoardo Spadaro, sia dalla località di
Compiobbi, quella immortalata dallo stesso Spadaro nel
Micragna's Les Bains, è giocoforza stavolta ricorrere a un classico de' classici. Ma sì, la ci porti un bacione a Firenze, e anche due o tre treggioni!