Se tutte le tregge, grandi e piccole, passassero dall'incrocio in cui ho preso questa foto, mi sa che nessuna mi sfuggirebbe. Il fatto è che quel certo incrocio ha uno dei semafori in assoluto più lunghi della città; quando scatta il rosso, si potrebbe tranquillamente andare al bar vicino a prendersi un caffè, certi che il verde non sia ancora tornato. Verrebbe davvero la voglia di istituire un treggiodotto per convogliarle tutte a quell'incrocio, ad appostarsi; ma poiché questo provocherebbe senz'altro qualche piccola rimostranza da parte degli altri automobilisti e motociclisti, sarà meglio soprassedere e aspettare con fiducia quel che manda il Dio de' Bivi (che, ultimamente, sta facendo un po' il cattivo). Qualche tempo fa, ancora in periodo di gran freddo (come si vede dall'abbigliamento), mi ha mandato ad esempio questa Vespa mantovana del 1976, ferma appunto a quel famoso incrocio. Con tutto il comodo del mondo me la sono fotografata senza neanche scendere dalla macchina (il rischio, concreto, sarebbe quello di morire per asfissia da gas di scarico!). E, così, ecco che si può ritirar fuori l'epitaffio Virgiliano per questa Vespa capitata a Firenze per le solite insonsabili vie traverse: Mantua me genuit....et Florentiae me photographavit Treggista apud bivium maleficum.