Nell'antica mitologia scandinava, il nano Alvíss è il "Gigi-sa-tutto" che, però, rimedia un'epica (in tutti i sensi) figura cacina quando viene sconfitto inopinatamente in una gara di domande, vero e proprio quiz mitologico a base delle kenningar più vertiginose. Che sappia tutto lo si intuisce già dal suo nome: basta conoscere i rudimenti dell'antico islandese, per capire che al-víss vuol dire "che sa (víss, radice ad esempio del verbo tedesco wissen "sapere") tutto (al, come l'inglese all)". "Onnisciente". Però l'Onnisciente non sa rispondere all'ultima domanda postagli dal suo sfidante, il quale, ahilui, è Odino in persona; e gli tocca infilarsi la coda tra le gambe e riconoscere la sconfitta, come è raccontato nell'antico carme eddico intitolato, per l'appunto, Alvíssmál o "Carme del Nano Onnisciente".
Sognavo da un po' di fare un preambolo filologico e germanico, in omaggio a mie oramai antiche consuetudini e frequentazioni; un po' come il famoso
incipit della
Vita agra di Luciano Bianciardi, dove spiega (sulla scorta dell'Adelung) l'origine germanica del nome di
Brera. La macchina che vedete in queste prime foto ci ha, naturalmente, qualcosa a che fare; si tratta infatti di una
Alvis 12/50 del
1924. Quando un Treggista Militante® ha la fortuna di conoscere abbastanza bene uno dei più grossi collezionisti d'auto d'epoca di Firenze, può capitare che quest'ultimo arrivi bel bello alla guida di un'automobile del genere (con un'improbabile targa moderna di Roma) senza ricorrere a
raduni o roba del genere; nessun dubbio che, un giorno o l'altro, la Alvis parteciperà a qualche riunione di consorelle
oldtimer, ma per ora siamo nel giardino d'un posto qualsiasi, in mezzo a autoambulanze varie, e così sia.
Tutta la dotta introduzione sul mitologico nano Alvíss, però, potrebbe non entrarci nulla col nome della gloriosa casa automobilistica britannica, attiva dal 1919 al 1967. Alcuni sostengono sí che il Nano avesse a che farci, ma altri propongono invece un acronimo tra le parole latine Aluminium e Vis. Sarebbe, dunque, qualcosa come la "forza dell'alluminio". A risolvere la questione ci pensò direttamente il fondatore della casa di Coventry, Geoffrey De Freville, che respinse tutte le ipotesi più colte e affermò semplicemente d'aver inventato di sana pianta il nome, che voleva semplice da pronunciare e ricordare in tutte le lingue. Come simbolo della sua casa automobilista, De Freville scelse un comunissimo coniglietto ritto sulle zampe posteriori: quello che vedete nelle foto sopra. Insomma, l'antico Coniglio Onnisciente lo si potrebbe dire. E che sia antico, almeno dal punto di vista automobilistico, non c'è dubbio.
La Alvis 12/50 rappresentò il primo grande successo della Alvis; fu prodotta, in varie versioni, dal 1923 al 1932. Essendo questo esemplare del 1924 (e bisognerebbe sempre tener presente che, pochi giorni fa quando l'ho fotografata, girava per le strade di Firenze un'automobile di ottantotto anni di età, incidentalmente la stessa età che avrebbe avuto mio padre), è uno dei primi. Si contraddistingueva per un'innovazione tecnica mai vista: la Alvis 12/50 aveva infatti le quattro ruote frenanti. Un'innovazione talmente sentita da farla dichiarare in modo più che vistoso sul mozzo fermaruota di scorta:
In nove anni ne furono prodotte esattamente 3705, un numero considerevole per l'epoca. Era una vettura di "segmento medio-alto", come si direbbe ora, con motorizzazioni da 1496, 1598 o 1645 cc. Avendola vista di persona, fatta di lamiere robustissime montate a mano e con finiture di autentico buon legno, si può restare meravigliati nel sapere che raggiungeva agevolmente i 120 kmh.
Dalle foto sopra è possibile apprezzare il cruscotto ligneo (la guida, naturalmente, è a destra: si tratta di un esemplare proveniente direttamente dalla Gran Bretagna e, a quanto dichiaratomi dal proprietario, ancora in possesso delle targhe originali inglesi con le quali però non può ancora circolare). Ha percorso 22143 miglia nominali e ai più attenti non sarà sfuggita una caratteristica che ne rende la guida non facile: il pedale dell'acceleratore, infatti, si trova al centro. Gli inglesi sono noti per essere eccentrici, ma in questo caso sono stati centrici.
Ultime tre visioni dell'antico Coniglio Onnisciente (con, sullo sfondo, beh, una Jaguar Sovereign; ma ne riparleremo); e guardiamole tutte bene, perché non ricapiterà con tanta facilità.