Siamo qui, evidentemente, nei giorni immediatamente successivi all'alluvione del 4 novembre 1966; Firenze era invasa da decine di migliaia di tonnellate di fango maleodorante e oleoso che aveva invaso ogni cosa; fu allora che intervennero gli "angeli del fango". Così li chiamarono quasi subito, e così sono ancora ricordati: migliaia di ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo che, spontaneamente (quasi come in un passaparola) vennero a Firenze per liberarla da tutto quell'immenso merdajo. Una generazione intera, e che generazione, iniziata nel fango dell'alluvione di Firenze: si dice, secondo me a ragione, che il '68 europeo sia in realtà cominciato in quel '66 a Firenze, e non sulle barricate parigine.
Ora, non che a me piacciano particolarmente gli "angeli"; è una definizione che puzza un po' troppo di sagrestia per i miei gusti, e questi non erano affatto esserini alati e incorporei, ma giovanotti e ragazze in carne ed ossa, con uno slancio (forse) irripetibile. L'alluvione di Firenze fu una delle prime occasione in cui si incontrarono, e la cosa funzionò parecchio meglio di Facebook ed attuali megacazzate del genere. Così, per quel che qui ci interessa "topicamente", può capitare di vederne un gruppo, infangato assai e con un ragazzo con un'irresistibile montura composta da stivali e pantaloncini corti, addossato a una Prinz del 1965 targata La Spezia. Vale a dire, allora, quasi nuova; come loro.