Eccolo finalmente, povero piccolo. Oddio, mica tanto piccolo; diciamo "povero medio", vesto che questo sconquassato esemplare di Ducato di 1a generazione (a passo lungo) ha delle dimensioni più che rispettabili. Proviene dallo stesso giro della Saga di Pontenure, e per altro, sebbene al ritorno, siamo proprio di nuovo a Pontenure. Solo che me n'ero, colpevolmente, dimenticato. Rimedio qualche giorno dopo offrendo all'ammirazione di tutti questa impertèrrita treggiona da lavoro, la cui foto presa al volo non rende sufficiente giustizia. Soprattutto non la rende alla collezione di ammaccature, sbollature, graffi, rùggini, screpolature e quant'altro che ne farebbero, a mio parere, un pezzo forte di qualsiasi "Museo della Treggia", sezione scassoni indistruttibili. Non si sa bene che cosa celi al suo interno, anche se una mezza idea ce l'ho. Uno di quei furgonacci che serve a trasportare tutto, dagli strumenti e dall'impianto di amplificazione della band Los Desperados de Florenzuela Dardas a un set di casse da morto per tutta la famiglia, dagli attrezzi del premiato idraulico Bergonzoni Vilfredo (specialista in casalinghe insoddisfatte) alle copie del periodico locale Il Monitore della Valnure (fondato nel 1761, e già in quell'anno distribuito mediante questo furgone).