COLEI che vedete china a rimirar l'avita Centoventisette verde stuccata con targa milanarda, è, cari aficionados del TB, nientepopodimeno che la mitica Dora. Proprio lei: la più antica collaboratora del Treggia's Blog, infaticabile segnalatrice a' tempi preistorici del blog; se la metto qua dentro in effigie è, ovviamente, perché si trova in una posizione che la rende non riconoscibile (a parte la bella e folta chioma). Posizione, peraltro, tipica del Treggista inveterato; vale a dire, quella in cui si ammira l'annoso cruscotto della treggia, cercando di leggere il contachilometri (cosa non più possibile con gli attuali cruscotti che, oramai, sembrano postazioni di comando di un cacciabombardiere).
Da qualche tempo la nostra Dora, udita la Santa Messa, si diletta -mettiamola così- di fare delle passeggiate domenicali assieme a un'altra nostra vecchia conoscenza: l'altrettanto mitico INSCO, specialista in tregge esotiche (balcaniche, centroasiatiche e -come presto vedremo- anche portoghesi e sudamericane). Capirete che una coppia del genere altro non può produrre che tregge degne di nota; e, infatti, eccoci qui -seppure, stavolta, in luoghi assai vicini e familiari (nonostante la targa della vettura, no, non siamo a Melàno).
La 127 in questione, vero e proprio prodigio di stuccature alla 'ioboja, è del 1971. Vale a dire, appartiene all'anno stesso di lancio della fortunata vettura (meno fortunato fu il suo designer, vale a dire Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo Manzù, che era morto due anni prima in un incidente stradale a bordo di una 500). Insomma, grazie alla Dora e a INSCO siamo di fronte davvero a una delle prime 127. Da dire anche che avevo visto in giro questa macchina diverse volte (e quasi sempre nella zona dove poi è stata fotografata); una delle famose tregge perdute che, alla fine, hanno incontrato le persone giuste.