Da quando sono diventato TPA® (il vs. Treggista Preferito Appiedato), l'importanza di Via Pio Fedi è, giocoforza, aumentata a dismisura. In via Pio Fedi, che è proprio accanto a casa mia, esiste come è noto un'autofficina altamente strategica: è, infatti, specializzata proprio nelle auto d'epoca e, pur non amando affatto tale denominazione, i (frequenti) passaggi davanti a quell'autofficina riservano quasi sempre "roba fina". Così, ad esempio, è possibile rendersi conto che le vecchie Fiat 1100 degli anni '50 e '60 sono, treggisticamente parlando, sempre bene in auge; il "sogno borghese" dell'Italia che si stava motorizzando in massa a suon di utilitarie, la vettura dell'òmo arrivato della mìddol-class, la macchina del babbo ricco (escluso che la potessa guidare la mamma, che doveva badare alla casa e alla famiglia) da sbatterti sul muso a te, ché i' tu' babbo 'e ciavèva la cinquecento e ringràziagnene perché quello d'i' Pinzauti 'e viaggiava ancora colla Lambretta (scassata).
L'autofficina di via Pio Fedi ci presenta dunque questo lustrìssimo esemplare, pluripataccato ancorché decisamente severo nella sua nera livrea che si potrebbe quasi definire sacerdotale (o meglio, monsignorile; è improbabile che i curati di periferia o di campagna girassero a bordo di una vettura del genere che faceva molto segretario dell'arcivescovo). Il Bollonet ACI ci propone, per la sua immatricolazione, un assai burocratico 1° gennaio 1960; ma, come si sa, per le immatricolazioni del tempo che fu il 1° gennaio è la data fittizia tipica. Il 1960 resta comunque l'anno di immatricolazione per questa vettura.
Scultorea, senz'altro. E, infatti, il sig. Pio Fedi cui è dedicata la via isolottina che si è oramai proposta come una delle principali treggiaje fiorentine, era proprio uno scultore (1816-1892) che ha goduto di una certa qual notorietà nell'Italietta del XIX secolo. Era viterbese di nascita, ma passò tutta la sua vita a Firenze, dove aveva studio tra via de' Servi e via degli Alfani e dove morì senza sapere che, un giorno, gli sarebbe stata dedicata una via in una zona che, a' tempi suoi, era una plaga di sardigne e campagne non troppo raccomandabili. Pio Fedi era piuttosto "gettonato" all'epoca: gli fecero scolpire anche due opere nientepopodimeno che per il Loggiato degli Uffizi ed una, la sua più nota, per la Loggia della Signoria, il Ratto di Polissena. Senza probabilmente saperlo minimamente, tutti i fiorentini passano tre o quattro volte al giorno davanti a un'altra opera di Pio Fedi: il monumento al generale Manfredo Fanti, il "birillo" che si trova in mezzo a Piazza San Marco. Il vostro TPA Firenze Ovest®, invece, il suo Pio Fedi ce l'ha a 50 metri da casa e gli fornisce tregge fresche a tutt'andare, pure decisa e plasticamente scultoree come questa. Quando l'ho vista, debbo dire, mi ha provocato un po' un senso d'algore. La mùsica che m'è venuta a mente è stata questa, che magari non ci si aspetterebbe troppo. Ma così fu.