martedì 4 settembre 2012

Carrelba '12 (11) - Ilva sine Apibus?




Se però, all'Elba, c'è qualcosa di esclusivamente e assolutamente "indigeno", altro non può essere che la galassia di Api e Apini che hanno sempre rappresentato un mezzo di trasporto e di lavoro privilegiato sull'Isola. Qui non è questione di turisti o di Vespe esotiche ficcate una volta all'anno su un traghetto con targhe milanesi o romane; le Api sono esclusivamente elbane. Del resto, sembra che la cosa fosse stata già prevista da Napoleone il Grande, quando, sembra di persona, tracciò quella che da allora è la bandiera dell'Isola d'Elba, con le tre Api:


Io che non sono Napoleone, però, di Api me ne son contentato di due, trovate sotto un piccolo tunnel che dà sul lungomare di Rio Marina. E non è cosa da poco, comunque: due autentiche Ape 50 in condizioni tipiche da Apino, una gialla e una verde. Sulle "condizioni tipiche da Apino", naturalmente, ci sarebbe da discutere; l'Apecar 50 è ancora in produzione, vive e lotta insieme a noi, e soprattutto contribuisce (sia nelle città che nelle campagne) alla più grossa quantità di offese alla Divinità (bestemmie, mòccoli, cristi) che si possa immaginare, tanto da far meditare alle autorità ecclesiastiche di proporne la scomunica. Chi non s'è ritrovato davanti un Apino stracarico che va a dieci all'ora creando, dietro, code di qualche chilometro e non spostandosi nemmeno in presenza di un carro armato...? Così è; però, per "condizioni tipiche da Apino" s'intende generalmente quel mix di ruggine, pezze di stucco, sverniciature, cassonature fantasiose, fitte, polvere  e fanghiglia che è ben esemplificato dai due Apini riomarinesi. Manca soltanto un particolare decisivo: l'ottantaseienne alla guida. Ma è sicuramente da immaginare.


Quest'Ape, invece, è targato anche se, purtroppo, per le condizioni di luce il numero non si legge bene. Dirò quindi che è targato qualcosa che inizia con LI 9... ed è quindi del 1982 o 1983. Esemplifica un altro tipo di Ape assai diffuso all'Elba: la cosiddetta Ape delle légne. Nei dialetti elbani, il plurale dei nomi è spesso "regolarizzato"; in particolare, gli antichi plurali neutri in "-a" (legna, uova, ginocchia, dita...) sono ricondotti ai plurali "normali" (légne, óvi, ginocchi, diti). All'Elba non c'è la rete del gas; per il riscaldamento e la cucina, o si fa con le bombole, o si fa con le légne (e, spesso, con tutte e due le cose; a casa mia, ad esempio, la cucina ha la bombola e il riscaldamento è con la stufa a legna). Va da sé che il commercio del legname è ancora assai diffuso. E cosa c'è meglio dell'Ape, per portare le légne...?



Concludiamo con l'Ape più "classica", risalente al 1982. Siamo sempre a Rio Marina, ed esemplifica un altro tipo di Ape assai tipico: quella col cassone pieno di cianfrusaglie varie. L'Ape è stato, è e sempre sarà il ricettacolo di ogni sorta di carabattole!