venerdì 8 marzo 2013

Primo e secondo round


Ci vuole, a volte, un occhio esperto per distinguere la "vera" modifica abarthizzata (Abarth, Giannini ecc.) di un Cinquino da una semplice 500 "bombardata"; anche perché, non di rado, i "bombardamenti" della vetturetta erano talmente ben fatti da superare persino le abarthizzazioni autentiche (compreso, ovviamente, l'immancabile cofano posteriore rialzato). Eccone un caso davvero emblematico: una bella 500 bombardata colta nel più classico degli ingorghi sui Viali, e in possesso di una bella targa (FI 599 597) del 1971.



O questa...?!? O non è la stessa? E dov'è finito l'ingorgo? E il sole che splendeva? Eh, figliuoli miei, nel Treggismo Militante® accade piuttosto spesso: ribeccare la stessa macchina a distanza di mesi, in un punto completamente diverso della città. Rieccola quindi la nostra 500 "bombardata", parcheggiata stavolta davanti a una pasticceria. E visto che era parcheggiata, ci dà modo di vederne finalmente anche la "faccia nascosta", vale a dire il davanti dove ricompare come per miracolo il suo aspetto "cinquecentesco":



La Perfezione





Sì, la sarebbe stata la Perfezione assoluta se soltanto avesse avuto ancora la targa originale (di cui si vede ancora, peraltro, la traccia seppure illeggibile. Questa autentica perla dei Protocamper, attrezzata su un Renault Saviem, stazionava qualche giorno fa in uno dei principali "piazzali da camperisti" della città, a due passi dallo stadio Franchi; ad un certo punto, qualcuno deve avere visto uno strano tipo con la faccia appiccicata alla traccia della targa, per tentare di decifrarla (le vecchie targhe staccate lasciano spesso un'impronta); nulla da fare. Però l'anno di immatricolazione è presente lo stesso; le orrede targhe alfanumeriche attuali presentano perlomeno la possibilità di inserire, in un tondino apposito, l'anno specifico; e nel tondino c'era scritto "77", con sotto la targa di Savona. Diciamo che, ponendo che anche la targa originale fosse stata della città ligure, avrebbe potuto essere stato targato nella serie SV 190000 o roba del genere.



Per il resto, questo automezzo, camper o non camper che sia (e lo è), è veramente la Perfezione della Treggia. Sublime. Del tutto scrostato e tempio della stuccatura artigianale, ma al tempo stesso immagine dell'indistruttibilità. Spaventoso treggione, ma con una sua eleganza. Fa dire sia "ha fatto la guerra", sia "la deve avere sempre vinta". Paragonando questo mezzo ai suoi "colleghi" moderni, case viaggianti tenute lucide più di Buckingham Palace, vengono davvero a mente piste nel deserto e strade vertiginose alle pendici dell' Himalaya; nessun dubbio che il Savonese debba essere stato sul serio in posti del genere. Fortunatamente, da Savona (territorio squisitamente Fabriziano...) si è deciso a fare una giratina anche a Firenze; e sono arrivato al momento giusto.

Per una curiosissima coincidenza, questo post è il numero 4 del mese di marzo e il numero 43 complessivo del 2013. 4 marzo, 43; ci sta anche per un omaggio a Lucio Dalla a un anno dalla sua morte.

sabato 2 marzo 2013

SMS



No, non si tratta di una treggia che mi è arrivata con un "messaggino"; e questo mi dà occasione di parlare per due righe su come cambino spesso i significati delle parole (e delle sigle). Ad esempio, per tutta la prima parte della mia vita la parola "cellulare" indicava soltanto il furgone blindato della polizia o dei carabinieri con il quale venivi prelevato e portato in galera (ora si dice associato, quasi fosse un circolino ricreativo o roba del genere). Così pure, "ai miei tempi", la sigla SMS indicava una "Società di Mutuo Soccorso", vale a dire un'associazione di lavoratori; così ancora a Firenze e in Toscana, dove qualcuna ne esiste ancora. La foto che vedete, contenente il Fiat 242 targato Siena (del 1984), è stata per l'appunto scattata dentro una SMS, un Società di Mutuo Soccorso; anzi, addirittura la più storica e antica esistente in Firenze (fu costituita nel 1883, poi chiusa di forza durante il fascismo, e riaperta con la lotta nel periodo della Resistenza). Un luogo che esige parecchio rispetto, insomma.

L'epopea delle tregge dietrocasa




Le tregge "dietrocasa" cominciano ad essere oramai davvero parecchie, e forse dovrei decidermi a raccoglierle in una categoria apposita. Nel frattempo, continuano imperterrite con una delle loro più simpatiche caratteristiche: poiché sono "dietrocasa", appunto, vengono viste più o meno tutti i giorni e, quindi, "devono esserci già per forza". La psiche del Treggista Militante® è, francamente, quanto di più contorto si possa immaginare. Stante questa convinzione, va a finire che bisogna andare a spulciare, un bel giorno, tutta la nutrita serie dei Maggiolini e Maggioloni presenti sul TB per accorgersi, magna cum consternatione, che della vettura in questione non v'è proprio traccia alcuna; quindi si corre a fotografarla a cinquanta metri dall'uscio e, nel 99% per cento dei casi, non c'è più. Una trafila assai consueta che ho sperimentato svariatissime volte. Stavolta, però, si vede che era uno di quell' 1% residuo dei casi; perché il Maggiolone nero del 1972 era regolarmente là, dove sembra aver messo praticamente radici.

venerdì 1 marzo 2013

Kalendae Martiae Capornianae


Il primo di marzo, come tutti sanno, è un giorno molto importante per il TB; non proprio come la sua festa ufficiale del 1° giugno, ma secondo soltanto a lui. E' il giorno dove, finalmente, si comincia a mettere davvero l'inverno alle spalle, con le sue giornate buie che sono nemiche delle tregge; e come per miracolo, proprio un primo di marzo faccio rispuntare i leggendari Caporniani.

Dov'erano finiti? In Capornia, naturalmente; anzi, un giorno o l'altro vi dirò (forse) anche che cosa sia, questa famosa Capornia. Per ora consideratela opportunamente un luogo dello Spirito, una soprannaturale Valle di Tregge, un'irraggiungibile Chimera Alata. Ed appunto con un'irraggiungibile Chimera Alata a bordo di un rimorchio tornano i Caporniani.

In crisi pure loro, peraltro; hanno infatti chiesto a me che cosa sia questa cosa trainata qua sopra, e con una targa fiorentina del 1939, mica robetta. Anzi, dalle tabelle particolareggiate si può risalire anche ai giorni: è un'immatricolazione emessa precisamente tra il 15 novembre 1939 (FI 27008) e il 25 novembre 1939 (FI 27035). Cerchiamo di renderci conto di questo: al momento in cui questa vettura da corsa è stata immatricolata, Hitler aveva invaso la Polonia da quasi tre mesi e ne mancavano circa sette all'entrata in guerra dell'Italia.

D'accordo; le date sono state appurate. Però resta la domanda più importante: Che cos'è? Confesso: non lo so. Di prim'acchito, basandomi sulla sua linea, mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo e ho risposto a Simone il Caporniano: "E' una Ermini". Poteva anche essere, in fondo, visto che la Ermini Automobili stava proprio a Firenze; solo che, particolare non insignificante, fu fondata nel 1947 e, quindi, nel 1939 ancora non esisteva. Faccio quindi appello ai lettori, e in particolare a Mark B., per risolver lo mistero del bolide trainato con il quale s'inizia questo -speriamo proficuo- mese marzolino che ci porterà a' tepori primaverili in cui fioriscon le tregge.