sabato 17 luglio 2010

Una Meharista a Lampedusa (1)


Lampedusa ne ha parecchi di record. Non soltanto è il lembo di territorio italiano più a sud (geograficamente appartiene già all'Africa, trovandosi sul suo zoccolo continentale), ma è anche l'unica porzione d'Italia che sia mai stata oggetto di un attacco bellico nel dopoguerra: il 15 aprile 1986, in risposta ai bombardamenti di un attorucolo americano di serie B divenuto presidente degli Statunìti, quell'altro bell'elemento del colonnello Qadhafi, l'attuale amicone di Berlusconi, lanciò un par di missili SCUD che, fortunatamente, fecero "puff" in mare a due miglia dalle coste. E, ancora, Lampedusa negli ultimi anni si è fatta suo malgrado notare per i continui sbarchi di immigrati, decine dei quali sono morti in mare, e per gli exploit di tale signora Angela Maraventano, che prima ha chiesto che l'isola fosse aggregata alla provincia di Bergamo e poi ha cominciato a tuonare contro l' "invasione dei migranti" (lei, nata a San Benedetto del Tronto): logico che, con queste cosine tanto alla moda, la signora sia finita col diventare senatrice della Lega Nord. Visto che alla signora piace tanto la provincia di Bergamo, la congederò da questo post con un bel ma va a ciapaa i ratt.

Lampedusa dev'essere bellissima; dico "dev'essere" perché non ci sono mai stato, ma da isolano sento comunque complicità con ogni pezzo di terra circondato dal mare. Ci è stata di recente, invece, assieme al fidanzato, la nostra Cristina la Meharista, la quale -ovviamente- non ha perso tempo. E ha reso a Lampedusa quello che considero un bellissimo servizio, smettendo per un momento di parlare di problemi e disgrazie. Munita della sua fotocamera, ha semplicemente dato testimonianza della incredibile concentrazione di tregge presenti in quello che ha chiamato il "paradiso lampedusano"; e sembra che, come in diverse altre isole, tale paradiso sia riservato principalmente alle Citroën Mehari. La cosa è lontana dallo stupirmi; parafrasando il grande poeta John Donne, si potrebbe tranquillamente dire che every Mehari is an island. Scrive Cristina: "Abbiamo fatto una statistica e ogni 5 macchine a noleggio 3 erano Mehari". Spero che la cosa non sia risaputa dalla signora Maraventano, altrimenti ricomincia con l' "invasione" (e "Mehari" è un nome di origine araba).


Qui sopra, Cristina ne ha ripresa una (classicamente arancione) che deve averle fatto particolarmente piacere, data la targa romana; e quadrata, pure. Il "RomaHO" ci riporta al 1971, cosa di non poco conto; così come di non poco conto devono essere le due Mehari nella bellissima foto in bianco e nero sotto il titolo, appaiate, e di una delle quali si intravede la targa pure quadrata (forse la stessa romana?). Eh sì, evviva le Mehariste e abbasso le leghiste!


Un'altra classica Meharina arancione, ripresa da Cristina in una località dal nome fantasmagorico (Guitgia, probabilmente non di origine bergamasca); ma il bello ha da arrivare, anzi la bella!


Quella che vedete alla guida di una Mehari identica alla sua, è infatti nientepopodimeno che Cristina la Meharista in persona (anzi, vista l'ambientazione: pirsonalmente di pirsona), la quale mi ha naturalmente autorizzato a pubblicare la sua immagine (lo faccio liberamente per quel che mi riguarda, ma per gli altri uso l'elementare rispetto di chiederlo). Insomma, il modo migliore per concludere questo primo post dedicato a Lampedusa: tutti noi treggisti e treggiste abbiamo una faccia, anche se generalmente non ci garba molto metterla su certi Book predeterminati....