sabato 16 aprile 2016

Una Uno Turbo elbana e un ricordo



L'ultima treggia elbana nel TB risaliva nientepopodimeno che al 7 gennaio 2014 ed era stata beccata...al piazzale Michelangelo a Firenze. Ach so. Il fatto è che, TB a parte, all'Elba in questi ultimissimi anni, e per motivi in gran parte non piacevoli, ci sono andato poco. Lo scorso anno sì, e sebbene il TB fosse nel suo "anno sabbatico", la fotocamerina digitale non lo era affatto (e non lo è mai stata). E così, si ricomincia pure con le Tregge Elbane e la cosa -si capirà- mi fa un piacere particolare; con tutto il rispetto possibile e immaginabile per il piazzale Michelangelo e per Firenze tutta, ancora ce ne corre con quel che si vede dal monte Perone in un giorno di limpidezza. O anche da Marciana, quella alta; e qui siamo giustappunto a Marciana, che non è affatto una new entry nel TB: chissà se qualcuno si ricorda di questa, che è stata la prima Fiat 600 del TB agli albori del blog. Allora vigeva ancora la regola di non dire dove le foto erano state fatte, regola che è stata con gran gioja abolita. Quasi sette anni dopo, quindi, si può dire che anche la 600 appartenuta al parroco stava a Marciana, la quale ritorna su questi schermi con una Fiat Uno Turbo i.e. rossa fiammante.



La Uno Turbo a iniezione elettronica era considerata, secondo la vox populi, una vettura pericolosissima, specie nelle mani di qualche pischellaccio. Era una Uno, cioè nell'accezione comune una utilitaria, che aveva suppergiù la potenza di una Ferrari, fatte le debite proporzioni; non a caso il rosso fiammante era uno dei suoi colori di ordinanza. Andava davvero come le schegge e farsela scappare di mano non era raro; tutte queste cose mi venivano a volte dette da una ragazza che conoscevo molti, molti anni fa e che aveva, giustappunto, una Uno Turbo i.e. rossa fiammante. Aveva, boh, circa la mia età, forse addirittura meno; io avevo ventitré anni, lei ventuno o ventidue, e frequentavamo lo stesso posto che allora viveva una specie di sua fase eroica, mettiamola così, fra mille difficoltà. Amici nel senso proprio del termine non eravamo; conoscenti, si scambiava qualche parola, cose così. In quel posto fu la prima ragazza in assoluto a fare una certa cosa che aveva proprio a che fare con la guida, cosa in cui era particolarmente versata; e ci credo. Con una macchinina del genere sotto il sedere, bisognava saperci fare sul serio. Non molto tempo dopo quella ragazza venne a mancare in modo tragico, e la guida non c'entrava proprio per niente; la sua Uno Turbo rimase ferma. Mi era tornata in mente anche mentre fotografavo la Uno Turbo marcianese, e ritengo giusto ricordarla anche ora che sto scrivendo questo post; del resto, è piuttosto raro vedere ancora in giro una vettura del genere, nonostante, in termini treggistici, gli esemplari superstiti abbiano soltanto una trentina d'anni. Questa è stata immatricolata, secondo il Bollonet ACI, il 17 giugno 1985.

Isola d'Elba, si diceva. Quanto alle canzoni, le canzoni elbane o che parlano dell'Elba spesso sono canzoni di galera. Quella credo più famosa, credo, si chiama Portolongone (vale a dire Porto Azzurro); qui invece ve ne presento una che si chiama O Isola dell'Elba, scoglio infame, cantata dalla bravissima Daniela Soria, elbana DOC (Soria, tra l'altro, se non mi sbaglio è proprio un cognome tipico marcianese). Servirà magari a ricordare che, per molti, l' "isola dell'Elba" non è stata affatto, e non è tuttora, un luogo di delizie e di vacanze. Via le galere dalla faccia della terra!