mercoledì 14 settembre 2011

Il libro della Jungla




Ed eccoci arrivati, anche per questo torrido settembre (e speriamo che duri!), al termine dell'oramai consueta pausa mensile. Corrispondendo casualmente con l'inizio delle scuole (almeno in Toscana), che cosa c'è di meglio che di una bella treggiotta reperita proprio stamani vicino ad un liceo, mentre i ragazzi e le ragazze sciamavano felicissimi (anzi, estasiati) di confrontarsi con lo sfacelo della Gelmini?

Vicino a cotal liceo, però, stamani ho scoperto la vetrina delle meraviglie. La classica officina tenuta dal meccanico anziano, di quelli che continuerà a mettere le mani nei motori e a rimettere a punto vetture fino a novantacinqu'anni; ed ecco il primo assaggio di quel che stava stipato dentro un locale laterale, dove il meccanico tiene evidentemente le macchine da lui rimesse con le sue sante manine in attesa che qualche volonteroso le compri (ovviamente, le ha offerte anche a me quando sono andato sfacciatamente a chiedergli, sceso da un'ambulanza, di aprirmi il locale per fotografare 'gnihosa.

Pigiata come una scatola di sardine, ecco questo piccolo θαῦμα pigiato come una sardina; una vetturetta di un produttore di cui avevamo già fatto conoscenza tempo fa, grazie ai celebri Caporniani di cui purtroppo non s'ha notizia oramai da troppo tempo (se ci siete, Simone e Giulio, battete un colpo!). Proprio lei: una Fiat Savio 126 Jungla, stavolta in condizioni perfette, rossa fiammante e pure con una targa niente male "a scarto di 20" (del 1976). E con tanto di pataccone ASI, o Registro Fiat, o chissà cosa, a sciupare come al solito ogni cosa; ma ci si passerà sopra, esattamente come ho rischiato di doverci davvero passare sopra per fotografarla (ma, forse, il meccanico non sarebbe stato contento).