martedì 24 gennaio 2012

La smazzata (2): The Horror!




Questo secondo post della Smazzata non può essere altro che dedicato al Colonnello Kurtz, l'amico calabro-parigino che è anche un treggista oramai di lunga data. Nel celebre romanzo di Joseph Conrad Heart of Darkness (in italiano: Cuore di tenebra), il terribile e misterioso protagonista, che poi è giustappunto il Colonnello Kurtz, chiude la narrazione con la famosa esclamazione: The horror! The horror!; e c'è da pensare, forse, che avesse visto proprio questa macchina.

Da anni sta parcheggiata nella strada dove abita mia madre, e ogni volta che la vedo (cioè spesso) ho invariabilmente due reazioni. La prima è di comprensibile ripulsa, del tutto simile a quella del ragionier Fantozzi quando si avvicina per dare un bacetto alla figlia Mariangela; la seconda è la classica resipiscenza del Treggista Negligente (inglese: Negligent Treggist's Resipiscence, tedesco: Schuldgefühl des nachlässigen Treggisten), vale a dire il senso di colpa, seguito dall'impegno a "fotografarla la prossima volta", per non avere ancora inserito nel TB questo automezzo, che è comunque un'autentica treggia, e delle più clamorose e fedeli al vero significato del termine, nonostante la malaugurata ritargatura alfanumerica.

Intendiamoci: la Fiat Ritmo di seconda generazione sarebbe un'orrore in ogni caso, anche se fosse come nuova e tirata a lucido. Qualcosa d'appena un pochino sotto la Duna e perlomeno a pari della Stilo; per un dato periodo, i designer di Corso Marconi avrebbero avuto bisogno di farsi vedere, ma da uno bravo. Però questa vettura che oggi, finalmente, "smazzo" approfittando del mio granitico impegno a documentare le tregge trascurate, è nella fattispecie un esemplare paradigmatico della vettura da lavoro, la macchina da battaglia che serve esclusivamente a tenere e trasportare materiale e attrezzi. Praticamente, un magazzino semovente nel quale rimane esclusivamente il posto di guida. Tutto il resto non conta: sedili divelti, fogliacci ovunque, stratificazioni devoniane di penne Bic esaurite, cadaveri di radioline, cassette stracolme che potrebbero anche coprire la salma della nonna, barattoli di vernice raggrumata serviti per tracciare le pitture rupestri di Altamira e Lascaux.

Va da sé che vetture del genere sono eterne. Esistono da sempre e dureranno per sempre. Qualcuna di esse è sicuramente parcheggiata anche davanti al famoso bar al termine dell'Universo, dato che quel bar ci avrà pure bisogno di una riparazione, o ci avrà lo sciacquone del bagno che non tira, o la macchina del caffè che lo fa al gusto di peperonata. Come ho potuto trascurarla fino ad oggi, questa macchina?...