mercoledì 26 gennaio 2011

L'antiretorica




Quando si vedono in giro vecchie Lambrette (e Vespe), c'è sempre il rischio di un po' di retorica passatista: la fidanzata o l'amica seduta di lato con la gonna svolazzante, qualche mitico decennio ('50 o '60), tutti felici, le gite al mare quando s'era più poveri e via discorrendo. In questo caso vorrei decisamente smarcarmi da questo modo di pensare, e inserire uno scooter come la Lambretta in un contesto del tutto attuale. Anche perché è assolutamente perfetto. Come dimensioni e come linea, tanto è vero che gli scooter di adesso altro non sanno fare che scimmiottare quella di cinquant'anni fa (oppure, a scelta, "gonfiarsi" a dismisura per produrre quella specie di scomodissimi mostri detti scuteroni, i "SUV a due ruote", zero maneggevolezza e la contraddizione totale di ciò che dovrebbe essere e a cui dovrebbe servire uno scooter).

Insomma, vedi a giro una Lambretta come questa, del 1966, e non è certo questione di tempo che non sembra essere passato, o di altre scemenze del genere: anzi, il tempo è passatissimo (45 anni non sono uno scherzo per un motorino!), ma semplicemente non è stato proposto assolutamente niente di meglio, a parte qualche normale innovazione tecnologica e dei gadgets quasi sempre superflui. E così le Lambrette sfilano eleganti e davvero pratiche, tanto da giustificare il più classico degli inseguimenti dei Treggisti (il sottoscritto alla guida e la Piasintëina con la Kodak):

Poi è arrivato l'altrettanto classico e provvidenziale piazzale, che ha permesso l'ancor più classico placcaggio (ma nessuno abbia timore: non mi sognerei mai di fare manovre azzardate e piuttosto di farne una mi lascerei sfilar via anche un carro di Cugnot); a tale riguardo, anzi, mi piace ribadire la costante disponibilità e gentilezza di tutti coloro che sinora ho fermato nel mezzo di strada per fotografare i loro automezzi. Però forse vi direte: ma nella foto dell'inseguimento, le Lambrette non sono mica due...?

Esattamente. Stavano andando in coppia, condotte non mi ricordo se da due amici o due fratelli. Quella che precede l'Aretina nella foto è targata FI 13... e qualcosa, e risale quindi al 1960; solo che, per un problema meccanico, non si è potuta fermare. Anche questo contribuisce ad una salutare iniezione antiretorica: le tregge si guastano come tutti gli altri automezzi, anche quelli prodotti venti giorni fa. Non è vero che "nessuno e niente le ferma" (anche se, in questo caso, si è verificata la circostanza opposta!)