Sabato scorso, appena arrivato a Piacenza per le ferie esotyche; si sta preparando un nubifragio (che avverrà, puntuale, entro pochi minuti) e la piasintëina, dopo avermi riscontrato alla stazione, corre a casa a chiudere le finestre, temendo di ritrovare la casa allagata. Dobbiamo andare alla vicina Conad a fare la spesa, e quindi la aspetto tranquillo in macchina, di fronte ad un'impresa di pompe funebri.
Mentre aspetto, zàc. Mi passa davanti una cosa, trotterellando, e svanisce; ma il tempo necessario per vederla mi fa allargare le braccia. Una treggia perduta, e che treggia! Mi chiedo cosa sia: una simil-Balilla, una nonsoccosa, ma comunque con parecchi anni sul groppone. Sconsolato, cerco di farmene una ragione; ma non ho nemmeno tempo di farmela che la cosa, rizàc, mi passa ancora davanti in direzione opposta. "No!", mi dico; "è troppo!"; ma, con la coda dell'occhio, vedo che si ferma. Al che faccio appello alla mia superstite capacità di corsa (poca), mi fiondo fuori dalla macchina e via di gamba, Kodak in mano. Ed eccola qui. Eccolo qui, il tesoro di Piacenza, con una bella targa quadrata farlocca (l'immatricolazione è in realtà addirittura del 1993) e agghidata a sposalizio; sì, perché si tratta della più tipica delle tregge matrimoniali. Il matrimonio è un'istituzione di cui sono nemico feroce, ma almeno a una cosa serve: a preservare delle autovetture incredibili.
E questo tesoro piacentino ha davvero tutti i crismi dell'incredibilità. E' una Ford Köln del 1934 (l'anno di fabbricazione si legge chiaramente sul "pataccone storico"). La Ford Köln fu prodotta dal 1932 al 1935 esclusivamente per il mercato tedesco; e poiché la fabbrica Ford era stata impiantata a Colonia, il nome fu praticamente automatico. Si trattava praticamente della replica made in Germany della famosa Ford Y; non si può parlare nemmeno di replica, forse, perché davvero si trattava dello stesso modello con un nome differente. Provo per un attimo a immaginare quante ne debbano essere rimaste in circolazione, nella stessa Germania: è una vettura che, tra non molto, avrà ottant'anni. Rimessa in ghingheri per i matrimoni, certo, ma pur sempre un'ottantenne:
Dopo quell'immensa corsa che mi è toccato fare (ben 75 metri, un'enormità per le mie attuali gambe), ero letteralmente senza fiato. Ma ne è valsa la pena. Non mi resta che augurare agli sposi salute, felicità e figlie femmine! Vedete che, in fondo, non sono così cattivo...
Mentre aspetto, zàc. Mi passa davanti una cosa, trotterellando, e svanisce; ma il tempo necessario per vederla mi fa allargare le braccia. Una treggia perduta, e che treggia! Mi chiedo cosa sia: una simil-Balilla, una nonsoccosa, ma comunque con parecchi anni sul groppone. Sconsolato, cerco di farmene una ragione; ma non ho nemmeno tempo di farmela che la cosa, rizàc, mi passa ancora davanti in direzione opposta. "No!", mi dico; "è troppo!"; ma, con la coda dell'occhio, vedo che si ferma. Al che faccio appello alla mia superstite capacità di corsa (poca), mi fiondo fuori dalla macchina e via di gamba, Kodak in mano. Ed eccola qui. Eccolo qui, il tesoro di Piacenza, con una bella targa quadrata farlocca (l'immatricolazione è in realtà addirittura del 1993) e agghidata a sposalizio; sì, perché si tratta della più tipica delle tregge matrimoniali. Il matrimonio è un'istituzione di cui sono nemico feroce, ma almeno a una cosa serve: a preservare delle autovetture incredibili.
E questo tesoro piacentino ha davvero tutti i crismi dell'incredibilità. E' una Ford Köln del 1934 (l'anno di fabbricazione si legge chiaramente sul "pataccone storico"). La Ford Köln fu prodotta dal 1932 al 1935 esclusivamente per il mercato tedesco; e poiché la fabbrica Ford era stata impiantata a Colonia, il nome fu praticamente automatico. Si trattava praticamente della replica made in Germany della famosa Ford Y; non si può parlare nemmeno di replica, forse, perché davvero si trattava dello stesso modello con un nome differente. Provo per un attimo a immaginare quante ne debbano essere rimaste in circolazione, nella stessa Germania: è una vettura che, tra non molto, avrà ottant'anni. Rimessa in ghingheri per i matrimoni, certo, ma pur sempre un'ottantenne:
Dopo quell'immensa corsa che mi è toccato fare (ben 75 metri, un'enormità per le mie attuali gambe), ero letteralmente senza fiato. Ma ne è valsa la pena. Non mi resta che augurare agli sposi salute, felicità e figlie femmine! Vedete che, in fondo, non sono così cattivo...