martedì 23 ottobre 2012

Carrelba '12 (21) - In tasca a Renzo Arbore



In tasca a Renzo Arbore, venuto a Portoferraio in pompa magna a fare una specie di spot pubblicitario alla privatizzazione della Toremar (la compagnia di navigazione pubblica venduta dalla Regione Toscana, del tutto casualmente, alla sua diretta concorrente privata Moby Lines), io quella sera me ne andavo per il capoluogo dell'isola in tutt'altre faccende affaccendato (ma non senz'avere urlato, anche con un minimo di approvazione popolare, un sonoro "vaffanculo" all'indirizzo dell'erremosciato showman istituzionale). Tali faccende, naturalmente, comprendevano anche l'estrema attenzione alle tregge presenti in quella torrida serata agostana, che ancora non posso del tutto rimpiangere dato che a tutt'oggi, ventitré di ottobre, qui siamo ancora in maglietta a maniche corte e si stianta dal bollore. Ed ecco che mi si para davanti quest'automezzo, appartenente ad una peculiare categoria occulta: quella dei fuoristradini. Il più classico dei Suzuki Santana, insomma, con targa torinese del 1984

Categoria occulta? Sì, perché, a rigore, dei fuoristradini dovrebbe far parte soltanto proprio lui, il Suzuki Santana (detto anche, familiarmente, Suzzuchino). Un fuoristrada in piena regola, ma dalle dimensioni di un'utilitaria; a mio parere, una delle vetturette più prodigiose degli ultimi quarant'anni. Un'automezzo che combinava le prestazioni richieste a un fuoristrada autentico (ai suoi tempi ancora non era nata la mortifera fregola dei SUV di merda) con l'ingombro minimo e con dei consumi ridotti. Naturalmente, come quasi sempre accade, le intuizioni geniali non hanno avuto alcun seguito. Però di Suzzuchini se ne vedono ancora discretamente parecchi in giro; segno che, chi lo ha comprato, non se ne disfa affatto volentieri e ne fa uso attivo. Testimone ne siano le regolari infangature presenti sulle carrozzerie tutt'altro che immacolate, ed il piacevole intreggimento che tali mezzi mostrano orgogliosamente. Ditemi voi, di fronte a una cosa del genere dovevo forse andare a sentire Renzo Arbore il privatizzatore, e le sue insopportabili canzoni napoletane?