venerdì 26 ottobre 2012

Resti della Storia


L'amico Fabrizio, di Genova, in questi ultimi tempi ha ancora intensificato la sua spedizione di tesori. Oramai non si serve più nemmeno dell'arcaica e-mail: mi spedice CD interi stracolmi di ogni bendiddìo, in aggiunta a quelli che mi ha già mandato da due anni a questa parte. Risultato: negli archivi del TB giacciono, letteralmente, centinaia di meraviglie provenienti dalla città della Lanterna e dai suoi environs. La tentazione di farne un blog apposito, una "succursale" (ma che succursale!) genovese del Treggia's Blog, è sempre stata molto forte data la quantità enorme di fotografie che sono in mio possesso grazie a Fabrizio; ma non ce la farei. E' la natura stessa del TB, probabilmente, che lo impedisce; se mi limitassi ad inserire le fotografie degli autoveicoli sarebbe molto più semplice, ma il TB è "fatto" anche e soprattutto dai suoi commenti. Sono la sua caratteristica, che lo rendono un blog vero e proprio e che danno modo, non di rado, di dire cose parecchio diverse dalla nuda esposizione di fotografie di vecchie macchine. E trovare qualcosa da dire per ogni macchina è difficile. Da qui l'infinitesima parte di Tregge genovesi contenute nel TB, una cosa che francamente mi ribolle vista la consistenza delle cose speditemi da Fabrizio (lo stesso vale, chiaramente, per Mark B. e per tutti gli altri collaboratori fissi o saltuari). Chiaramente c'è anche da salvaguardare un po' il "topic", sebbene sia molto largo: il blog si chiama "vecchie auto a Firenze", e Firenze è e rimarrà il punto di partenza. Si andrà avanti quindi così, magari cercando di dare maggior risalto alle tregge provenienti da Genova. Perché lo meritano, e lo merita il lavoro incredibile di Fabrizio che ha deciso di farmene dono. Lo merita, ad esempio, la vettura che vedete in queste foto, nonostante le sue condizioni di rudere.



Quelli che vedete, ripresi nel quartiere genovese di Borzoli, sono i resti di una delle automobili più importanti nella storia della motorizzazione francese, e probabilmente anche europea: la Citroën Traction Avant.


A vederla così nel suo splendore, uno dei primi esemplari prodotti nel 1934, verrebbe da prendere chi ne ha ridotta una nelle condizioni di quella genovese trovata da Fabrizio, e comminargli una quindicina di tratti di corda nel groppone gnùdo; però la storia che c'è dietro non la si può sapere, e sarà meglio quindi limitarsi alle immagini. 


La Traction Avant aveva, come caratteristica meccanica saliente, la trazione anteriore. Talmente saliente all'epoca, dove ogni vettura in circolazione era a trazione posteriore, da farla declinare completamente nella denominazione commerciale. Potenza della lingua francese: se ci pensate bene, dire tracsionavòn è diverso da "trazione anteriore", suona differentemente. Nell'articolo linkato potete leggere tutte le altre innovazioni meccaniche e stilistiche che tale vettura, prodotta in varie versioni dal 1934 al 1957, comportò facendone, come detto, un'automobile storica nel senso pieno del termine; qui sotto, il retro di una versione del 1954.


Innovazioni che, va detto, in buona parte "trasmigrarono" nella vettura che prese il suo posto; e la vettura che prese il suo posto si chiama Citroën DS.  Una Dea non poteva che essere generata da un'altra dea.

Quel che poco si sà, generalmente, è che la carrozzeria della Traction Avant fu concepita da un italiano: Flaminio Bertoni.  Unanimemente considerato tra i maggiori stilisti d'automobili della storia, e autore anche della successiva DS (e della 2CV, e della AMI 6...insomma, tutti i principali modelli Citroën sono passati dalle sue mani). Flaminio Bertoni era sì un designer; ma, come formazione e attività artistica, era uno scultore. Avete capito: uno scultore. I suoi modelli non li "disegnava", ma li realizzava in plastilina (così accadde anche per la Traction Avant). Vale la pena, qui, riportare un piccolo estratto dall'articolo Wikipedia:

" Nel frattempo, occorreva cominciare a schizzare i primi disegni relativi alla nuova vettura. Ma i primi disegni non convinsero molto il patron della Casa francese. Ci pensò Flaminio Bertoni, più abile a scolpire che a disegnare: in una notte realizzò un modellino tridimensionale in plastilina in scala 1:5, che praticamente rispecchiava la vettura definitiva. Il giorno dopo, domenica, si recò nientemeno che a casa dello stesso André Citroën e della moglie Giorgina. Quando mostrò il modellino ai coniugi Citroën, questi rimase colpito sia dal modellino in se', sia dalla tecnica utilizzata per realizzarlo. Si trattava infatti della prima volta nella storia dell'automobile che un progetto di carrozzeria non veniva disegnato ma scolpito. Si decise che le forme della vettura sarebbero state quelle proposte da Bertoni. "

Insomma, qui siamo davanti veramente ai resti della Storia automobilistica.