Può essere che qualcuno, nel vedere le foto qui sopra, sia preso da una non lieve crisi di identità. Cresciuto come dev'essere nel mito della Vespa (lo scooter italiano per eccellenza e, anzi, uno de' simboli stessi dell'Italia), si ritrova davanti all'improvviso, colpevole il Treggia's Blog, 'sto coso verdolino qui, targato Bergamo e etichettato Vespa 400. La crisi si acuisce quando il qualcuno in questione pensa che la Vespa ha due ruote; e il coso verdolino qui fotografato, invece, di ruote ne ha inequivocabilmente quattro. La Vespa macchina ?!?! O questa...?!?!
Si deve invece sapere che, nei primi anni '50, la Piaggio di Pontedera -stante il clamoroso successo della Vespa a du' róte*- iniziò a progettare una microvettura alla quale applicare le proprie motorizzazioni motociclistiche; nel 1956 il progetto era pronto, e nel 1958 iniziò la produzione di questa antenata delle moderne microcar che tanto successo ora riscuotono fra i ragazzini e le ragazzine che possono guidarle senza la patente. Per guidare la Vespa a quattro róte*, invece, la patente ci voleva eccome, e la targa era quella normalissima di qualsiasi altra automobile: questa è del 1961.
Le particolarità della "Vespa 400" non finiscono qui. Poiché la Piaggio non voleva far concorrenza alla Fiat, e più che altro perché -come nel caso della SIMCA- la cosa permetteva di aggirare gli elevatissimi costi doganali dell'epoca, la casa di Pontedera decise di far costruire la vetturetta in Francia, presso una sua consociata chiamata ACMA (sigla di Ateliers de Construction de Motocyles et Automobiles), impiantando degli stabilimenti a Fourchambault (nel dipartimento della Nièvre). La Fiat, nel frattempo, aveva lanciato la 500 e la Piaggio decise di non importare la "Vespa 400" in Italia, riservandola al mercato francese dove però faceva figura di Italian Style. Trovarne quindi una immatricolata in Italia è un'autentica rarità. Vespa a quattro róte d'accordo, ma solo per i francesi.
La "Vespa 400" della ACMA Piaggio fu presentata al Salone dell'Automobile di Parigi del 1958 e, all'inizio, ottenne un discreto successo specialmente presso il pubblico femminile. I suoi dati tecnici potrebbero far sorridere: montava un bicilindrico a 2 tempi da 393 cc e pesava meno di 400 kg. Però faceva quasi 17 km con un litro di benzina, e riusciva a andare a 90 all'ora. La produzione cessò nel 1964.
*pronuncia elbana occidentale.
NOTA. Le foto di questo post erano deliziose, presentando una masnada di bambini all'assalto e alla guida della Vespa 400. Per il principio di questo post, che non pubblica immagini di minori, ho dovuto però ritoccarle in modo da renderli irriconoscibili.
Si deve invece sapere che, nei primi anni '50, la Piaggio di Pontedera -stante il clamoroso successo della Vespa a du' róte*- iniziò a progettare una microvettura alla quale applicare le proprie motorizzazioni motociclistiche; nel 1956 il progetto era pronto, e nel 1958 iniziò la produzione di questa antenata delle moderne microcar che tanto successo ora riscuotono fra i ragazzini e le ragazzine che possono guidarle senza la patente. Per guidare la Vespa a quattro róte*, invece, la patente ci voleva eccome, e la targa era quella normalissima di qualsiasi altra automobile: questa è del 1961.
Le particolarità della "Vespa 400" non finiscono qui. Poiché la Piaggio non voleva far concorrenza alla Fiat, e più che altro perché -come nel caso della SIMCA- la cosa permetteva di aggirare gli elevatissimi costi doganali dell'epoca, la casa di Pontedera decise di far costruire la vetturetta in Francia, presso una sua consociata chiamata ACMA (sigla di Ateliers de Construction de Motocyles et Automobiles), impiantando degli stabilimenti a Fourchambault (nel dipartimento della Nièvre). La Fiat, nel frattempo, aveva lanciato la 500 e la Piaggio decise di non importare la "Vespa 400" in Italia, riservandola al mercato francese dove però faceva figura di Italian Style. Trovarne quindi una immatricolata in Italia è un'autentica rarità. Vespa a quattro róte d'accordo, ma solo per i francesi.
La "Vespa 400" della ACMA Piaggio fu presentata al Salone dell'Automobile di Parigi del 1958 e, all'inizio, ottenne un discreto successo specialmente presso il pubblico femminile. I suoi dati tecnici potrebbero far sorridere: montava un bicilindrico a 2 tempi da 393 cc e pesava meno di 400 kg. Però faceva quasi 17 km con un litro di benzina, e riusciva a andare a 90 all'ora. La produzione cessò nel 1964.
*pronuncia elbana occidentale.
NOTA. Le foto di questo post erano deliziose, presentando una masnada di bambini all'assalto e alla guida della Vespa 400. Per il principio di questo post, che non pubblica immagini di minori, ho dovuto però ritoccarle in modo da renderli irriconoscibili.