domenica 10 ottobre 2010

La treggia del Coda







Il Coda è uno dei ragazzi che, tutti i giorni, porto avanti e 'ndrè da un istituto specializzato; si chiama Marco, è alto quasi quant'e me, sa suonare la chitarra e fa una corte spietata a una delle istitutrici. Aveva una gatta vecchissima, di vent'anni suonati, che chiamava Mao; un paio di mesi fa si è addormentata tranquilla. Di parole sa articolarne poche, ma di cose ne sa dire una marea. Io lo chiamo il Coda perché mi chiama così lui; dire Riccardo sarebbe troppo complicato, e allora ha fatto con me come con la gatta: la gatta faceva mao e io ho i capelli con la coda di cavallo. Quindi mi chiama Coda, che è molto più semplice; e, di rimando, io chiamo Coda lui. E gli voglio anche un sacco di bene.

Portandolo in giro tutti i giorni, il Coda non ha potuto di certo fare a meno che, spesso e volentieri, mi sono fermato a fotografare tregge incontrate per la strada. Siccome è un ragazzo molto intelligente, mi piglia naturalmente per il culo e mi fa a volte degli inequivocabili cenni mettendosi un dito alla tempia: insomma, per lui -e a ragione- sono un po' tocco. Ora, succede che abita a pochi metri da una certa carrozzeria che già è assurta agli onori del TB; pochi giorni fa, mentre io stavo per fare bel bello la curva che mette nella sua strada cantando una delle mie solite bizzarre canzoni e curandomi di non picchiare col pulmino all'incrocio, l'ho visto sbracciarsi e indicarmi qualcosa berciando Coda! Coda!

Si stava sbracciando perché aveva visto, lui, la vettura che vedete nelle foto. Dentro la carrozzeria. Non so come abbia fatto, perché lì davanti eravamo passati davvero per un picosecondo. Mi sono fermato per istinto credendo forse d'avere schiacciato un pensionato; e invece mi stava indicando questa Alfa Giulietta Spider del 1961 che il carrozziere stava revisionando. Eccola qui. E a Cesare quel che è di Cesare, anzi al Coda quel che è del Coda. questa treggia è tutta sua. Ed è un regalo che ha voluto farmi. Poi ci bestemmio sul lavoro che faccio, ma probabilmente non lo cambierei mai.