sabato 1 dicembre 2012

Riccardino Treggista Piacentino e la Guerra Fredda ne' campi



E' tradizione del TB che il primo post di un mese sia dedicato a qualcosa di speciale; e questo primo post di dicembre ci regala qualcosa di veramente speciale. Parola del vostro Treggista Preferito®.

Della macchina che avete appena cominciato a vedere nelle foto si parlerà fra un po'; parliamo prima di chi l'ha mandata. Si chiama Riccardo Nassisi, vale a dire porta il mio stesso nome; segno inequivocabile che l'antico detto Nomen, omen ha una certa qual validità. Lo chiamo "Riccardino" (sorte ineluttabile per chiunque si chiami Riccardo, e ne so qualcosa...) perché ha 16 anni. E' di Podenzano, in provincia di Piacenza, e come attività preferita sembra avere quella di girare per campi e terreni della sua zona alla ricerca di tregge. Come dire: mi ricorda qualcuno. Mi ha scritto, Riccardo, mica mandandomi "qualche foto"; mi ha mandato, praticamente, un archivio intero. Così, con la massima nonchalance e con il piglio del Treggista consumato. Si è accorto, come mi ha detto, che sul TB c'è una sezione dedicata alle "Tregge Piacentine", e ha deciso opportunamente di renderla, in pratica, un blog nel blog. Esattamente come ha fatto Fabrizio con le sue Tregge Genovesi; e, con Fabrizio, Riccardino condivide l'autentica passione per le tregge campestri. Mi fermo qui perché, altrimenti, sospetto che Fabrizio inizierebbe subito le pratiche per adottare Riccardino!

Evito naturalmente ogni considerazione sulle "nuove leve"; ma vista la consistenza e la completezza in ogni particolare delle foto inviatemi da Riccardo, mi sembra di poter tranquillamente affermare che la passione per le vecchie autovetture più o meno scassate sia del tutto transgenerazionale. Ma che dico transgenerazionale: eterna addirittura. E la cosa mi riempie veramente di gioia, soprattutto perché 'sto blogghino che ho tirato fuori dal nulla tre anni e mezzo fa ha contribuito a far venire allo scoperto parecchie passioni che, altrimenti, sarebbero rimaste nel chiuso di quattro mura. Fossero esistite le fotocamere digitali e i blog quando li avevo io, sedici anni...!  Detto questo, non senza un ulteriore ringraziamento a Riccardo, passiamo alla vettura qui illustrata. L'ho scelta di proposito come prima tra quelle inviatemi da Riccardino Treggista Piacentino (che si merita fin da ora l'onore della sigla antonomastica: RTP), perché si tratta di una vettura che non pensavo potesse essere mai reperita in Italia.


Si tratta di una Wartburg 353S Station Wagon. Con il marchio Wartburg venivano prodotte autovetture dall'antica casa produttrice Automobilwerk Eisenach, fondata nel 1898 appunto nella città di Eisenach, in Turingia. Il Wartburg (alla lettera: "Fortezza di Guardia") è il principale monumento architettonico che domina la città; logico che, per delle autovetture prodotte a Eisenach, fosse stato scelto per il loro nome il simbolo stesso del luogo di produzione.


Il Wartburg di Eisenach.

Dopo il 1945, la città di Eisenach e l'intera Turingia vennero però a trovarsi nella Germania Est. Nella DDR, insomma, o Repubblica Democratica Tedesca. Nella Germania comunista, per farla breve. E le automobili Wartburg? Continuarono ad essere prodotte, eccome. In un solo modello che attraversò varie evoluzioni: prima si chiamò 311, poi (a partire dal 1966) 353.


Per i cittadini della DDR, possedere una Wartburg era l'inarrivabile. Era l'autovettura "superiore", riservata alla nomenklatura, ai funzionari della SED, a chiunque ricoprisse una qualche carica, e alla Polizia (che la aveva come autovettura di servizio). Per i cittadini comuni c'era solo la Trabant, la pestilenziale vetturetta col motore a due tempi che era il simbolo automobilistico stesso della DDR. La Wartburg, per dirla con un eufemismo, non si distingueva per estetica; era però una vettura assai solida e affidabile, senza fronzoli, che poteva avere una certa quale attrattiva anche oltrecortina per alcune categorie di automobilisti. Fu così che il sogno proibito di ogni suddito di Ulbricht e di Honecker, fra un barattolo di cetrioli Spreewald e una bottiglia di Vita Cola, fu ad un certo punto cominciato ad esportare.

In Germania Ovest, in primis; ma anche in Gran Bretagna e, udite udite, negli Stati Uniti. In Gran Bretagna, però, se ne vendettero in tutto 550 esemplari, quasi tutti a persone anziane. Negli Stati Uniti non oso immaginare chi abbia deciso di andare in giro per Milwaukee o Phoenix alla guida di un catorcio prodotto nella DDR, ma sicuramente sarà stato qualcuno che voleva estremamente non passare inosservato. Prima delle foto di RTP, però, non sapevo assolutamente che fosse stata importata anche in Italia. E invece sì.


Come si può vedere dalla foto, le Wartburg sono state importate in Italia proprio da una concessionaria piacentina, la Autopilota SRL, che la Piasintëina qui accanto mi garantisce ancora esistente, viva e vegeta. La Autopilota SRL doveva essere specializzata in vetture-simbolo dell'Est Europa, perché nella targhetta compare anche la Zastava jugoslava. Siamo chiaramente negli anni '80, ed è bene risolvere anche il piccolo mistero della scritta sotto la targhetta. Una scritta il cui significato, certamente, avrà incuriosito anche lo stesso Riccardino da Podenzano. 

Si tratta di una dicitura in lingua danese, ove MERE BIL FOR PENGENE! significa "più automobili per i soldi!". E' lo slogan pubblicitario di una catena di vendita interconcessionaria, la "Ok-Bilsalg": in pratica, un sistema di "usato sicuro" di automobili economiche. Che la Wartburg in questione, prima di andare a accatorciarsi in un campo piacentino, sia passata per la Danimarca? Oppure il proprietario vi avrà fatto una girata fin lassù? E chi lo sa. Si sa, però, che il proprietario in questione comprava sì le macchine comuniste dall'Autopilota, ma aveva anche simpatie per le Camicie Verdi padane:


Si capirà quindi adesso, e adeguatamente, perché come primo post per le macchine del Riccardino Piacentino io abbia scelto proprio questa vettura. Ha tutto un mondo dietro, e delle storie che non si possono ovviamente conoscere, ma che si intuiscono del tutto incredibili. L'ho sempre detto: se le tregge potessero parlare, ne avrebbero chissà quante da raccontare. E compito principale del Treggia's Blog è, appunto, quello di farle un po' parlare per quel che si può percepire dalle loro immagini. In questo, ogni Treggista, dai 16 ai 96 anni, è un narratore naturale; e, infatti, da Treggista oramai esperto, Riccardo è andato a fotografare proprio tutti i particolari che "raccontano".

In ultimo, sarà bene far vedere anche com'era "nei suoi panni" un modello di Wartburg 353S SW. Eccone un esemplare circolante con targa polacca:



Germania Est, Polonia; insomma, qui siamo di fronte proprio a un vero e proprio tuffo nel passato storico. La Guerra Fredda nei campi della provincia piacentina. Come restare indifferenti di fronte a tutta questa specie di Good Bye Lenin dal profumo di pissarei e fasö...? La Wartburg SW, proprio questo modello, era tra l'altro usata anche dalla Volkspolizei ("Polizia del Popolo"), i temibili "Vopos" di guardia al muro di Berlino; e forse è meglio non aver tanta "Ostalgie" e pensare ai poveracci che ci hanno rimesso le penne, sparati mentre tentavano di scappare (per cadere dal barbaro comunismo nel meraviglioso capitalismo, eh). Comunque, meglio i campi di Podenzano!