Per fare un albero ci vuole un fiore, diceva la famosa canzoncina del grande Sergio Endrigo; insomma, ci vuole poco e tanto al tempo stesso. Lo stesso vale per un camper: per farlo ci vuole poco (ad esempio le strabilianti tendine a strisce biancorosse di questo Renault Trafic, stile panno per asciugare i piatti), e tanto (soprattutto per immaginare che questo, appunto, sia un camper).
Quest'ultima cosa è fondamentale. Come io non amo per niente i SUV, così non mi piacciono affatto i supercamper che si vedono al giorno d'oggi, vere e proprie tronfissime ville semoventi dotate di tutti i confortz. Un camper vero è un'altra cosa. È andare alla 'ioboia a giro per il mondo privi di qualsiasi comfort, e arrangiarsi ringraziando d'avere un tròschi dove dormire scomodi. Il vero camper bisogna immaginarselo, che lo sia. Deve poter essere scambiato liberamente per il furgone dell'impresa edile o del trombajo. Deve averci un particolare, uno solo (le tendine, ad esempio) che, a un certo punto, facciano balenare l'idea che possa trattarsi di un camper. Non deve dare l'idea di un condominio intero su quattro ruote, cantine comprese.
Quest'ultima cosa è fondamentale. Come io non amo per niente i SUV, così non mi piacciono affatto i supercamper che si vedono al giorno d'oggi, vere e proprie tronfissime ville semoventi dotate di tutti i confortz. Un camper vero è un'altra cosa. È andare alla 'ioboia a giro per il mondo privi di qualsiasi comfort, e arrangiarsi ringraziando d'avere un tròschi dove dormire scomodi. Il vero camper bisogna immaginarselo, che lo sia. Deve poter essere scambiato liberamente per il furgone dell'impresa edile o del trombajo. Deve averci un particolare, uno solo (le tendine, ad esempio) che, a un certo punto, facciano balenare l'idea che possa trattarsi di un camper. Non deve dare l'idea di un condominio intero su quattro ruote, cantine comprese.