martedì 1 settembre 2009

Elbatregg' '09 (7): Trespe, 1a puntata





D'accordo. OK. Roger. Alles in Ordnung. Está bem. Εντάξει. A rigore il Treggia's Blog si occuperebbe di automobili, vale a dire di veicoli muniti di quattro ruote (compresi i trattori). A dire il vero, un'eccezione ci sarebbe già stata con l'oramai celebre Ape Rottamaia; ed un'Ape, almeno fino alla versione Poker, di ruote ne ha tre. Ma, mi chiedo, perché limitarsi davanti a una Treggia, anche se di ruote ne ha soltanto due? Tanto più che le tregge su du' rote sono diventate, in città, estremamente rare (colpite anch'esse dall'eurozzerite perniciosa; in compenso sono arrivati gli scuteroni, vale a dire i "motosuv", tronfi e inutili come loro). Per vederne, bisogna andare altrove; e l'Elba, come ancor meglio si vedrà in seguito, non solo non ha tradito le attese, ma ha riservato almeno un paio di autentiche meraviglie.

Per cominciare ad occuparci anche del magico mondo delle birotae (così si dice "motocicletta" o "motociclo" in latino, e non sto affatto celiando), l'Elba ha in primis riservato non pochi esemplari di Vespa; ma di quella vera, degli anni '70. Le vacanze, inutile negarlo, sono un pozzo senza fondo per il cacciatore di tregge; i possessori di Trespe (le Tregge-Vespe, ovviamente) le tirano fuori da' garagi (fiorentino: un garage, du' garagi), fanno il pieno e arrivano. Così il milanese (munito anche di regolare adesivo pubblicitario del traghetto) che ha lasciato la sua Vespa 125 Primavera (la Vespa par excellence, insomma) vicino al molo di Marina di Campo. E, per dare un'idea della sua vetustà, dev'essere fatto presente che Milano è arrivata, con le vecchie targhe motociclistiche, a oltre MI 90 (a mo' di confronto, Firenze è arrivata a FI 36 superando in questo caso persino Napoli). Poco c'è mancato, insomma, che Milano arrivasse alla lettera anche con le moto.

Caso diverso è quello della Trespa rossa fotografata invece a Sant'Ilario (no, non è quello della stazioncina di Bocca di Rosa). Qui si tratta di una treggia a du' rote autoctona, con tanto di targa labronica; una Trespaccia da lavoro, di quelle da ceste di fichi, cassettate di verdura e cinghie elastiche per legarle; la cassetta blé vuota fa del resto bella mostra. Due tipologie differenti, insomma, per lo stesso modello di Trespa. Il turista nostalgico e la carretta portacose. E non s'arrendono, mai.