Una delle conseguenze più singolari e interessanti dell'attività di Treggista, è senz'altro il nuovo rapporto che si instaura coi semafori rossi. Per un automobilista "normale", il semaforo rosso è spesso -a dir poco- una scocciatura, specialmente quando dura una vita; per il Treggista, invece, può rappresentare -con la relativa fila- un'occasione a volte irripetibile. Mettiamo, ad esempio, che oggi verso le 17 il semaforo fosse stato verde, oppure che il rosso a quel dato incrocio fosse durato poco: un'autentica sciagura. E, invece, sempre a quel dato incrocio, il semaforo era rosso, durava un'eternità e c'era una bella, bella fila di macchine. Tra le quali questa.
Eh sì, è proprio una Fiat 500 B, più nota come Topolino. E pure amaranto. È del 1949. Stavolta tutta "mia personale", e non in un garage ma per la strada in un pomeriggio qualunque: la quintessenza del Treggia's Blog. Il semaforo rosso mi ha permesso di scendere dall'automezzo su cui mi trovavo a circolare, di fare un cenno d'intesa al conducente della Topolino e di scattare. E così, il fresco record del 1° marzo viene già mandato in pensione: è durato esattamente diciannove giorni. La Topolino amaranto targata FI 43709 diventa la nuova recordcar fiorentina del TB.
La sua omologa torinese, facente parte del Fondo Cristina, non era amaranto, ma verde. Paolo Conte, naturalmente, ce lo avevo già nominato con tanto di estate del '46. Il video della canzone era già stato messo. Oggi, però, la mancanza del baffuto avvocato astigiano si è fatta sentire davvero, in questa quasi-primavera del '10; chiaramente senza nulla togliere al conducente (e, presumo, anche proprietario) della vettura, che si è fatto gentilmente riprendere assieme alla sua passeggera da un energumeno munito di Kodak sceso come un ossesso da un furgone. E lo vorrei ringraziare non soltanto per questo, ma anche per avere il coraggio di andare normalmente in giro con la sua macchina ultrasessantenne: anche la più lieve ammaccatura nel traffico caotico sarebbe una disgrazia.
Poi il semaforo è ridiventato verde, sono rimontato sul furgone e il caso ha voluto che pure la Topolino amaranto girasse nella mia stessa direzione. Ci siamo fatti un'altra strada insieme, lo spazio di due minuti; poi io da una parte, e lei dall'altra. L'ho vista allontanarsi piano piano, tranquilla, senza nessuna fretta. Allegramente. Ma non verso il mio oblio, cosa che in questo caso lascio volentieri ad un'altra canzone (di Georges Brassens). Anche se non dovessi mai più rivederla, non me la scorderò davvero mai.
Eh sì, è proprio una Fiat 500 B, più nota come Topolino. E pure amaranto. È del 1949. Stavolta tutta "mia personale", e non in un garage ma per la strada in un pomeriggio qualunque: la quintessenza del Treggia's Blog. Il semaforo rosso mi ha permesso di scendere dall'automezzo su cui mi trovavo a circolare, di fare un cenno d'intesa al conducente della Topolino e di scattare. E così, il fresco record del 1° marzo viene già mandato in pensione: è durato esattamente diciannove giorni. La Topolino amaranto targata FI 43709 diventa la nuova recordcar fiorentina del TB.
La sua omologa torinese, facente parte del Fondo Cristina, non era amaranto, ma verde. Paolo Conte, naturalmente, ce lo avevo già nominato con tanto di estate del '46. Il video della canzone era già stato messo. Oggi, però, la mancanza del baffuto avvocato astigiano si è fatta sentire davvero, in questa quasi-primavera del '10; chiaramente senza nulla togliere al conducente (e, presumo, anche proprietario) della vettura, che si è fatto gentilmente riprendere assieme alla sua passeggera da un energumeno munito di Kodak sceso come un ossesso da un furgone. E lo vorrei ringraziare non soltanto per questo, ma anche per avere il coraggio di andare normalmente in giro con la sua macchina ultrasessantenne: anche la più lieve ammaccatura nel traffico caotico sarebbe una disgrazia.
Poi il semaforo è ridiventato verde, sono rimontato sul furgone e il caso ha voluto che pure la Topolino amaranto girasse nella mia stessa direzione. Ci siamo fatti un'altra strada insieme, lo spazio di due minuti; poi io da una parte, e lei dall'altra. L'ho vista allontanarsi piano piano, tranquilla, senza nessuna fretta. Allegramente. Ma non verso il mio oblio, cosa che in questo caso lascio volentieri ad un'altra canzone (di Georges Brassens). Anche se non dovessi mai più rivederla, non me la scorderò davvero mai.