lunedì 20 dicembre 2010

Natalina la Bianchina




Sinceramente, se esiste qualcuno assai poco propenso alla cosiddetta magia del Natale, questo sono io; me ne fregava poco anche da ragazzino, e ci sono stati dei periodi adolescenziali in cui, ostentatamente, me ne andavo a mangiare un panino da solo alla stazione piuttosto che andare al pranzone di famiglia. E col tempo non mi sono per nulla "ammorbidito" al riguardo; e inorridisco quando sento fior d'atei, smoccolatori, spregiator d'Iddio, anarchisti veri o presupposti e quant'altri parlarmi di tradizioni e fare pure l'alberello con le palline (che peraltro è una tradizione inventata; casomai facessero il presepe).

Però, nel vedere proprio sotto Natale questa fantasmagorica Bianchina Giardinetta dei primi mesi del 1971 (una delle ultime "doc", cioè), ho deciso di fare un'eccezione. Senza eccezioni non c'è gusto. Un po' di esperienza mi ha rivelato che i "duri e puri" sono quasi sempre, invece, morbidi e impuri come gli stronzi, e che sono i primi a mettertelo nel culo quand'occasion propizia si presenti. Quindi lungi da me fare altrettanto. Una Bianchina sotto Natale non può che essere Natalina. Nome che le sta appiccicato perfettamente, così come il regalo che mi ha fatto il suo proprietario fermandosi immediatamente ai miei gesti disperati. Anche perché, mi tocca dirlo, ultimamente di belle tregge me ne sono sfilate sotto il naso parecchie. Sto perdendo qualche colpo, ma sarà colpa dell'ennesimo invernaccio malefico. Fortunatamente, es kann nicht immer Winter sein. Intanto aspetto fiducioso il glorioso sette di gennaio. E se proprio devo, preferisco la Pasqua; almeno è in primavera.