mercoledì 2 febbraio 2011

Infinita occhiuta devastazione (1)


Il vialone principale, curiosamente dedicato a una liberazione e ora imprigionato fra putridumi, distributori di metano, piccoli lager e speculazioni edilizie mostruose nel nome di una sbirraglia maledetta di cui non si sentiva certo il bisogno, sormonta l'inizio della devastazione. Una sorta di rampa di accesso ad una via secondaria, antica, e a quel che resta di ciò che doveva essere una rete di strade suburbane e quiete. Mi attira questa Fiat 500 rossa, parcheggiata senza eccessiva attenzione; da un po' di giorni ho deciso di tornare a fotografare i Mezzisacchi, dopo una certa qual pausa. Devio e procedo; e mi intenerisce quasi, in quel paesaggio di desolazione, il pupazzetto del "cane calciatore" che pende all'intero della vetturetta. Talmente tanto da farne la foto iniziale, una cosa inconsueta come inconsueto sarà tutto quel che seguirà in quella mattina. Ma ancora non lo so; mi lascio guidare dall'istinto e penetro in quel labirinto di strade rotte e sconciate, di sottopassi squallidi, di terreni incolti, di recinzioni strane a guardia di baracche. L'infinita devastazione comincia con gli occhi quasi da gatto di una vecchia 500 accanto a una rete arrugginita; e si va oltre.



(1. continua)