lunedì 7 febbraio 2011

Infinita occhiuta devastazione (3)


Ed eccola, finalmente, la strada devastata. A prima vista non sembrerebbe, da questa foto; anzi, quasi tutt'altro. Il muro della ferrovia, certo; ma, a fargli da contraltare, il classico muro toscano con dietro gli ulivi, i terratetto a schiera e il vecchio camper su Fiat 238 (stavolta targato e, sembrerebbe, pienamente in funzione; è del 1979). Ma già nella foto che segue si comincia a intravedere che la presenza della ferrovia non è così quieta e rassicurante:


Sull'intero tratto ferroviario fiorentino, come si sa, sono iniziati i lavori per il famoso TAV, o "Treno a Alta Velocità" (e chissà perché, generalmente lo si chiama la TAV, al femminile); e TAV significa, semplicemente, distruzione. Dalla Val di Susa alla valle del Santerno e al Mugello (dove sono state seccate persino le falde acquifere), fino a arrivare alla città stessa di Firenze che, nei prossimi anni, sarà interessata da lavori mostruosi. Nel frattempo, la rete ferroviaria ordinaria è in condizioni orripilanti, e quanto più le condizioni sono orripilanti, tanto più aumentano i prezzi dei biglietti, i ritardi, i disservizi, e anche le vere e proprie persecuzioni riservate a chi denuncia tale stato di cose. Anche questa vecchia stradina di ville, di muri, di fette di casa (così chiamano altrove i terratetto) e di ulivi ne sta facendo le spese. Lo si vede meglio puntando l'obiettivo dall'altra parte:


La strada si riduce a un budello. In fondo, una vecchia e bellissima villa con l'ingresso sormontato da due leoni in pietra, è stata letteralmente mangiata dalle infrastrutture ferroviarie che hanno piazzato i piloni nel giardino antistante. La strada, poi, letteralmente scompare; ricompare a pezzi slegati, tra i treni che sferragliano e un insopportabile presagio di condanna.

E termina qui questo strano giro mattutino; dietro, i terreni incolti e chissà qual altro cimitero, chissà quale altro prezzo al disordine urbano che sta fagocitando ogni cosa, spesso in nome dell'inutilità speculativa più evidente. Ci sarebbe quasi da augurarsi che si risvegliassero, prima o poi, quei leoni in pietra della villa inglobata; per quel che mi riguarda, ci tornerò non appena possibile. In questo ed in altri luoghi del genere. Forse non soltanto alla ricerca di vecchie autovetture, perché è bene far vedere che cosa sono davvero le periferie. Nella periferia si coglie il senso di questo tempo, e dell'opposizione necessaria.

Intanto procede l'infinita devastazione; e i suoi occhi, dal buio, ci guardano.

(3 - fine)