venerdì 18 febbraio 2011

La Cosa di Massa Marittima



Quando i Caporniani scendono in campo (absit iniuria verbis!), si può star certi che lo fanno in modo roboante e indimenticabile. Vado così a presentarvi la Cosa di Massa Marittima (inglese: Massa Marittima Thing, tedesco, Massa Marittima-Ding). A Massa Marittima, la bellissima e storica cittadina maremmana (ricordo anche che il termine Maremma deriva esattamente dal latino Maritima), c'è Otto. Otto, e si chiama proprio così, è un anziano meccanico, ma forse questo termine è molto riduttivo: della sua Officina delle Meraviglie già ero a conoscenza perché Simone il Caporniano me ne aveva già parlato, ma non avendo ancora avuto modo di andarci di persona non immaginavo che le Meraviglie conservate da Otto fossero di tale stampo.

La Cosa che vedete nelle foto sarebbe una Fiat 500; o meglio, sarebbe quel che Otto il Maremmano (ho già specificato che è un meccanico, e quindi non è un ammasso di pelo bianco che fa "bau" e "growl") ricavò, circa nel 1957, col motore di una Topolino (da qui la "Fiat 500" con la quale si presenta) e una carrozzeria da lui personalmente disegnata e realizzata. Il motivo lo lascio spiegare a Simone in persona, che getta anche preziosa luce su Otto e sul suo Wonder Workshop:

Probabilmente non te l'ho mai mandata prima, anche perché ci volevo portare te e Giulio di persona a vederla insieme a tutte le altre meraviglie dell'officina di Massa Marittima. Meraviglie...per non parlare del meccanico...Otto! (è uno solo, ma si chiama così...) Andare là a conoscere lui ed i suoi amici; l'ex meccanico dipendente, l'amico pittore che si diletta di filettare (no, no, non con filiere o maschi; con pennelli!) le carrozzerie e quant'altro Otto gli sottopone. Filetta pure bene...ho visto una cassaforte primi '900 con filetti sullo sportello; una meraviglia!
Un po' di storia: Otto decide di partecipare alla Mille Miglia (quella vera! http://it.wikipedia.org/wiki/Mille_Miglia) e nel 1957 comincia a costruire la meraviglia delle foto, poi De Portago si ammazza ed ammazza un po' di gente nell'edizione di quell'anno e la Mille Miglia non la fanno più. Otto non può correre con la sua meravigliosa creatura (per me Gianna è passata di lì e l'ha vista...). Il brutto è che non avendo mai corso la gara "vera", non può neanche fare neanche la gara "finta". Non so perché, ma non credo che Otto ci terrebbe molto a fare la gara che fanno adesso, credo che per lui, come per me, del resto, una gara è una gara e si corre...gaaasssss!

Insomma, avete capito bene. Otto si era costruito da solo questa Cosa per correre alla Mille Miglia del 1958; solo che non la si fece mai. Il 12 maggio 1957, proprio mentre Otto il Maremmano stava costruendo la sua 500 leggermente modificata, uno stranobile pilota spagnolo dal nome lungo appunto mille miglia, vale a dire Alfonso Antonio Vicente Eduardo Ángel Blas Francisco de Borja Cabeza de Vaca y Leighton, XIII Marqués de Portago y XIII Conde de la Mejorada y Grande de España (traduzione italiana: Alfonso Antonio Vincenzo Edoardo Angelo Blas Francesco di Borgia Testadivacca e Leighton, XIII Marchese di Portago e XIII Conte della Migliorata e Grande di Spagna, fortunatamente più noto come Alfonso de Portago), figlio di un franchista (come dubitarne) e dopo non aver probabilmente mai fatto un accidente di niente nei suoi ventinove anni di vita a parte amare il rischio e le belle donne (la sua più famosa conquista fu l'attrice Linda Christian), mentre correva la Mille Miglia a bordo di una Ferrari pensò bene, mentre attraversava la località di Guidizzolo (MN) a duecentoquaranta chilometri all'ora, di spiaccicare se stesso, il suo copilota americano Edmund Nelson e, quel che più conta, nove spettatori, tra i quali diversi bambini. Sembra che la Ferrari avesse problemi alle ruote e che De Portago fosse stato avvertito dai meccanici; ma poiché amava il rischio, se ne fregò altamente, conseguendo il risultato di cui sopra. E fu la fine delle Mille Miglia, e dei sogni di partecipazione di Otto il Meccanico.



La tragedia di De Portago in un'illustrazione della "Domenica del Corriere"

Ma torniamo alla nostra Supertreggia maremmana, e a cose un po' più allegre. Il "motivo scatenante" per cui Simone il Caporniano mi ha mandato questa Delikatesse è stata anche e soprattutto...la sua targa. La avrete già notata tutti: è anch'essa palindroma (GR 11711). Palindroma, antica e anche protagonista di una specie di mistero. Simone dice infatti che Otto cominciò a costruire la sua "Cosa" circa nel 1957, mentre dalle tabelle questa immatricolazione risulta incontrovertibilmente del 1955. Otto, in realtà, ci stava lavorando già sopra, oppure era la targa della Topolino originaria, oppure che altro? Sono domande che, senz'altro, gli rivolgerò di persona in una bella giornata di primavera o d'estate a Massa Marittima. Si aspetti il mio arrivo. Come conclude assai degnamente Simone il Caporniano:

p.s. Dissi a Otto: le porto qui due miei amici, si può? Disse Otto: certo! Ma i suoi amici vengono fin qua per vedere le mie cose e parlare con me? Dissi io: certo che vengono! Il problema non sarà certo portarli, ma portarli via!! Otto e i suoi amici risero di gusto...