mercoledì 11 aprile 2012

Illenisti. L'universo del Marco Polo (4)



15. e 16. Cabina di guida del "Marco Polo".

RIASSUNTO DELLE PARTI PRECEDENTI. Il "Marco Polo" è un furgone Fiat Iveco Daily del 1985 parcheggiato in una strada di Genova. I suoi proprietari, i signori Cannata Salvatore e Franco (inventori e ricercatori, costruttori di città e Illenisti), sottoposti a continue minacce e vessazioni da parte del vicinato e costretti a loro volta a forme estreme di autodifesa, vi tengono in realtà oscuri e sfuggenti rituali magico-sciamanici. Il "Marco Polo" come porta d'ingresso a un universo parallelo? Le cose sembrano apparire sempre più chiare. Tra profonde considerazioni filosofiche, gli Illenisti cominciano col mostrare la loro superiore tecnologia proponendo ciò che sembra un sistema di frenatura e segnalazione di manovra; ma il mistero più fitto aleggia su quell'angolo di Genova occupato dal "Marco Polo". Comincia agghiacciantemente a diradarsi un po' coi precisi riferimenti alla pratica del "quipu" incaico e, soprattutto, con la fusione del motore che prefigura un guasto avvenuto ad un mezzo intersiderale di alieni ostili, che hanno così stabilito a Genova una testa di ponte: la somiglianza decisa degli Illenisti con gli esseri del ciclo di Cthulhu lovecraftiano pone scenari più che inquietanti.

Dimostrando notevole sprezzo del pericolo, il nostro Fabrizio è arrivato a fotografare anche la cabina di guida del MP, dalla quale appare esattamente ciò che ci si aspettava: il caos cosmico. Mozziconi di matite, cadaveri di penne a sfera, cestini della carta straccia, rotoli di cerotto, barattoli, corde e ogni sorta di rumenta (*): sono i segni tangibili sia di un lunghissimo viaggio che di una lunghissima sosta. Fabrizio mi ha spedito una lunga mail contenente alcune interessanti precisazioni che confermano l'ipotesi degli alieni bloccati a Genova da tempo immemore: sembra che tutto, all'interno, sia stato rimosso trasformando il mezzo in un vero e proprio magazzino su quattro ruote. Ma la notizia veramente bomba è che Fabrizio ha addirittura avuto una conversazione con il Protoillenista, Cannata Salvatore: particolarmente interessante il fatto che, alla domanda rivoltagli da Fabrizio su quanti posti del vasto mondo avesse visitato con quell'automezzo, egli ha risposto seccamente: "Nessuno, è sempre stato fermo qui!". Lo confermano antichi documenti medievali genovesi, tra i quali il Codex Mysteriorum quae occurrerunt atque occurrunt in praeclara civitate Ianuense, del XII secolo, che parlano di un misterioso currus ignivomus avvistato già allora in città e che aveva terrorizzato quei lontanissimi avi. Insomma, il Marco Polo è parcheggiato là da secoli e non si è mai mosso. Giacobbooooo....!!!

Ma è ora il momento di parlare del "fulcro" dell'attività degli Illenisti, vale a dire il Ponte di Messina.


17. Il ponte sullo stretto di Messina.

Il ponte di Messina rappresenta il vero e proprio "cavallo di battaglia" degli Illenisti. Le implicazioni sono chiarissime: con il pretesto dell'utile invenzione (perché, seppur non esplicitato, appare palese che il progetto lo hanno concepito gli Illenisti) e del benessere dell'umanità, il ponte, così come progettato, altro non è che uno strumento di invasione aliena. Come si vedrà meglio in seguito, gli alieni (o entità cthulhuiane) sbarcheranno infatti proprio in Sicilia, recando probabilmente ai nostri Illenisti anche l'agognato motore Iveco Daily che li trarrà dal lunghissimo e forzato esilio genovese.

Il progetto è ardito, e non poteva essere altrimenti. Ingrandendo la foto, si può infatti notare che all'articolo di giornale è allegato un disegno tecnico che illustra come esso sarà realizzato, e che ne chiarisce le vere finalità. Che bisogno ci sarebbe, infatti, di concepire un ponte rialzabile i cui due elementi mobili, data la lunghezza dello stretto, dovrebbero essere di oltre due chilometri l'uno? Immaginiamo gli enormi mezzi con cui l'invasione aliena sarà realizzata, nonché le dimensioni degli alieni stessi (solo il grande Cthulhu sarà almeno un cinque o sei chilometri di larghezza...per non pensare a Yog-Shototh e a Shub-Niggurath, il capro dai mille cuccioli). Immaginiamo anche i poderosi meccanismi necessari per sollevare due chilometri di ponte di qui, e due chilometri di là; capirete che gli Illenisti abbiano bisogno di un pochino di aiuto. Per questo si rivolgono direttamente ai capi di stato (non senza qualche giusta considerazione):


18. A tutti i capi di stato

e, poi, direttamente al presidente Ohbama:



19. e 20. Al presidente degli Stati Uniti Ohbama.

Infine, diremmo in rigoroso ordine gerarchico, gli Illenisti si rivolgono al nostro ex-premier, che fra una Noemi e una Ruby Rubacuori avrebbe anche potuto dar loro un po' di ascolto:


21. Al presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

(*) Nota linguistica. Amo molto questa parola, perché il genovese la condivide con l'elbano occidentale (che è la mia "lingua materna", in quanto mia madre è, appunto, nativa di Marina di Campo). Non è peraltro l'unica parola genovese che è presente nei dialetti dell'Isola d'Elba. Fra le altre cose, esattamente come a Genova nell'Elba occidentale il termine è anche un comune insulto personale, e se ne fa in questo caso il plurale ("rumente").

(4 - continua)