Non ho mai avuto (e, ragionevolmente, non avrò mai) un camper. Però, se un giorno Manitù volesse mandarmene uno dalle verdi praterie, lo pregherei di evitare quella specie di baracconi da circo iperborghesi che si vedono ora, quindici metri di boria e di riproduzione degli agi familiari. Il camper non era nato per questo, e nemmeno per le famigliuole; era nato per girare il mondo alla 'ioboia. Ed è stato appunto un devotissimo 'ioboia che ho tirato quand'ho visto questo Renault Saviem proprio davanti alla casa della zia di Biribissi del Black (Cat) Blog Pampalea. Sì, questo qui è davvero un camper come lo intendo io. Vecchio come il cucco, qualcosa che ti fa venire a mente il farfa sgalbedrato anche se non c'entra nulla, targaccia milanarda, aspetto da cellulare della polizia, gli stemmoni e i logoni Renò, ruotone, e dentro una congrega di tipi singolari. Brandacce, usi fantasiosi degli oggetti, e magari girarci belli da soli -perlomeno qualche volta. Cose da ricordare, vale a dire ciò che un tempo veniva definito avventura. Termine, purtroppo, che è approdato all'insipienza dell'abuso.