"Io sono Ubik. Prima che l'universo fosse, io ero."
(Philip K. Dick, Ubik)
(Philip K. Dick, Ubik)
La vettura che vedete, una Mercedes 350 SL spider del 1973, sappiatelo, è ovunque. Ubiqua. Sussistono pochi subbi sul fatto che, per il suo più inquietante capolavoro, Philip K. Dick abbia ripreso il nome della "cosa" dall'aggettivo ubiquo (latino ubiquus); e poiché, prima della dichiarazione finale, l'entità si manifesta attraverso apparenti messaggi pubblicitari, si può benissimo credere che la Mercedes che vedete nelle foto non ne sia che una delle infinite emanazioni. Tutto è Ubik, tutto e ovunque.
Un giorno dello scorso agosto, spinti da una banale quanto costosa necessità (la sostituzione di un intero parabrezza), io e la Piasintëina ci siamo dovuti recare in una certa e importante strada di mezza periferia, dedicata a uno di quei famosi assi dell'aviazione che tanto son sempre piaciuti alla fascisteria di casa nostra. Me ne stavo fumando una sigaretta all'esterno dell'officina, quand'ecco che mi passa davanti la vettura che vedete; allargo le braccia, l'ennesima treggia perduta. Nel passato mese d'agosto, fra l'altro, le tregge perdute sono state, purtroppo, non poche; sono circa le 10 del mattino.
Verso le 11,30, terminata la spiacevole bisogna (spiacevole soprattutto per il portafoglio), ce ne torniamo a casa; non molto distante, o cosa ti vedo? La stessa vettura placidamente parcheggiata sotto il sole implacabile. Ogni tanto ci vuole anche una botta di fortuna; treggia perduta e ritrovata in un battibaleno. Scendo, e clic; finalmente una che va bene.
La cosa sarebbe potuta finire qui; senonché verso il tramonto, in una zona stavolta assai distante da quella del mattino, e perdipiù alla stessa rotonda della DeLorean (il che aggiunge inquietanza per ovvi motivi, visto il ritorno al futuro), chi mi sfila davanti? La stessa Mercedes spider targata Roma. Comincio a provare dei sudorini freddi: due volte d'accordo, ma tre volte la stessa treggia nello stesso giorno non può essere, forse, un caso. Mi sento colpito da dinamiche soprannaturali fin dentro al pancreas; controllo la bomboletta spray di antizanzare che tengo in macchina per vedere se abbia un'aria strana.
Calano le tenebre della notte; circa un'ora dopo, in una zona ancora diversa della città, siamo fermi ad un semaforo. Si affianca una macchina, della quale vedo prima il cofano, poi il parabrezza; mi accorgo che è una vettura scoperta. Mi supera; la stessa Mercedes targata Roma. Ancora lei. Per la quarta volta nella medesima giornata. E' troppo; con l'892424 cerco di farmi passare Philip Dick per scoprire cos'abbia in mente nei miei confronti, e se per caso, visto che per un tipo del genere non può significare nulla il volgare e banale fatto che sia morto, non abbia intenzione di scrivere il suo prossimo romanzo sul Treggia's Blog. Beh, come veicolo pubblicitario non sarebbe poi malaccio; però, forse, preferisco rimanere un blogghino di periferia. Credo che tutti mi capiscano!
Un giorno dello scorso agosto, spinti da una banale quanto costosa necessità (la sostituzione di un intero parabrezza), io e la Piasintëina ci siamo dovuti recare in una certa e importante strada di mezza periferia, dedicata a uno di quei famosi assi dell'aviazione che tanto son sempre piaciuti alla fascisteria di casa nostra. Me ne stavo fumando una sigaretta all'esterno dell'officina, quand'ecco che mi passa davanti la vettura che vedete; allargo le braccia, l'ennesima treggia perduta. Nel passato mese d'agosto, fra l'altro, le tregge perdute sono state, purtroppo, non poche; sono circa le 10 del mattino.
Verso le 11,30, terminata la spiacevole bisogna (spiacevole soprattutto per il portafoglio), ce ne torniamo a casa; non molto distante, o cosa ti vedo? La stessa vettura placidamente parcheggiata sotto il sole implacabile. Ogni tanto ci vuole anche una botta di fortuna; treggia perduta e ritrovata in un battibaleno. Scendo, e clic; finalmente una che va bene.
La cosa sarebbe potuta finire qui; senonché verso il tramonto, in una zona stavolta assai distante da quella del mattino, e perdipiù alla stessa rotonda della DeLorean (il che aggiunge inquietanza per ovvi motivi, visto il ritorno al futuro), chi mi sfila davanti? La stessa Mercedes spider targata Roma. Comincio a provare dei sudorini freddi: due volte d'accordo, ma tre volte la stessa treggia nello stesso giorno non può essere, forse, un caso. Mi sento colpito da dinamiche soprannaturali fin dentro al pancreas; controllo la bomboletta spray di antizanzare che tengo in macchina per vedere se abbia un'aria strana.
Calano le tenebre della notte; circa un'ora dopo, in una zona ancora diversa della città, siamo fermi ad un semaforo. Si affianca una macchina, della quale vedo prima il cofano, poi il parabrezza; mi accorgo che è una vettura scoperta. Mi supera; la stessa Mercedes targata Roma. Ancora lei. Per la quarta volta nella medesima giornata. E' troppo; con l'892424 cerco di farmi passare Philip Dick per scoprire cos'abbia in mente nei miei confronti, e se per caso, visto che per un tipo del genere non può significare nulla il volgare e banale fatto che sia morto, non abbia intenzione di scrivere il suo prossimo romanzo sul Treggia's Blog. Beh, come veicolo pubblicitario non sarebbe poi malaccio; però, forse, preferisco rimanere un blogghino di periferia. Credo che tutti mi capiscano!