Lo scorso mese di agosto, durante il silenzio blogghistico, io e la Piasintëina siamo andati a Volterra, etrusca, ventosa e alabastrina città antichissima. Ci siamo andati con l'intento d'assistere a un'iniziativa del locale Circolo Anarchico, che è sito immediatamente sotto il Maschio che ci riporta al celebre canto del Batacchi; iniziativa che prevedeva anche un concerto del cantautore (anarchico) Alessio Lega e del suo fisarmonicista Guido Baldoni (che è il figlio di Enzo Baldoni). Tra parentesi: il circolo Anarchico di Volterra è dedicato a Pietro Gori. Così tanto per non allontanarsi troppo dal leitmotiv di quest'ottobre.
Volterra bisogna farsela a piedi; anzi, a scale. Bisogna lasciare la macchina a un parcheggio pubblico sotto le ciclopiche mura, e poi scarpinare come forsennati. Il Dio de' Bivi ha vorsùto che, proprio nel parcheggio dove avevamo lasciato la macchina, si trovasse il furgone dell'osteria dove si doveva andà a mangiare noialtri anarcacci impenitenti: la Vena di Vino. Da qui l'insolita foto iniziale, che mostra la fiancata del bàcchico furgone. Anarchia, Vino e Tregge: una sintesi pressoché perfetta nella bollente giornata estiva. Il furgone dell'osteria era questo:
Insomma: l'osteria volterrana, come proprio mezzo di lavoro, è andata a scovare nientepopodimeno che un T2 pianalato originario del Portus Naonis, vale a dire Pordenone. Un mezzo di per sé parecchio raro: nel TB, credo, è soltanto il terzo esemplare. La provincia di Pordenone fu istituita nel 1968, ed è notoriamente la provincia di recente creazione che ha raggiunto, come targhe automobilistiche, il numero più alto (il 5 maggio 1994 si fermò definitivamente a PN 361800, una targa che molte provincie originarie del '27 manco si sono sognate). Con questa targa siamo al 1972.
Sarebbe bastato questo; senonché, la sera stessa è accaduta una cosa che posso tranquillamente definire unica.
Terminata l'iniziativa al Circolo e consumata un'abbondante e parecchio alcòlica cena all'osteria (dove, come è lecito attendersi, non sono stati serviti raffinati e delycati piattini fronscèsi), è arrivato il momento del concerto; il quale si è tenuto nella medesima strada del centro volterrano dove si trovano sia il Cricolo Anarchico che l'Osteria. Strada curiosamente addobbata di vessilli rossi e neri misti a quelli del solito corteo storico in finti abiti medievali, cosa di prammatica nelle estati delle storiche città toscane e di mezz'Italia. Una strada parecchio stretta, ovviamente; dove avrebbero sistemato i mùsici? Presto detto, e guardate un po':
Come dire: nel TB, in quattr'anni e mezzo, se ne sono viste di tutte e di più però una treggia trasformata in palco musicale no, non s'era mai veduta. Una treggia spettacolare nel senso più letterale del termine. Vi potete immaginare come mi sentivo: come un pesce non nel mare, ma addirittura in più mari che gli sono diletti. Tutti quanti, peraltro, mari di ottimo vino; lo conoscevo poco, il vino volterrano, ma devo dire che si si fa bere parecchio bene pur non avendo pretese di chissaccosa. Erano giorni un po' così, ed è stata una serata che mi ha -tra le altre cose- risollevato parecchio. In fondo, come il vino di Volterra, neppure io ho gran pretese.
Alessio e Guido li conosco da un bel po'; sono, oltre che ottimi artisti, soprattutto amici e compagni. Sono persino riuscito a far loro cantare una canzone di parecchio tempo fa, che non fanno più usualmente in concerto. Vi vorrei, per oggi, lasciare con questa. Parla della tomba di un aristocratico russo che ne combinò di cotte e crude.