giovedì 4 giugno 2009

A Beetle at Dawn




Dire che ho orari strani è poco. I miei orari sono semplicemente folli. E contraddittori: amo visceralmente il sole e l'estate, ma praticamente vivo e lavoro di notte. Il famoso maestro di biliardo nottambulo di Fantozzi, a me mi fa un baffo con i suoi appuntamenti alle 3 di notte: a quell'ora lì, quando stavo a Imola tant'anni fa, ho dato a un tizio un appuntamento di lavoro davanti alla stazione, arrivando mentre batteva una scossa di terremoto. Alle 3 di notte a volte ceno. Poi mi fo il caffeino e vo avanti fin quando la città è bella sveglia e attiva. Allora vo a letto. Mi consolo, e dimolto, pensando che Il mattino ha l'oro in bocca è l'unica frase scritta dal sig. Jack Torrance in Shining; e tutti sapranno com'è andata a finire, a quel signore lì.

Verso l'alba, che di questa stagione fa presto assai, mi pigliano a volte i sensi di colpa, però. Dopo aver passato la notte a tradurre e a fumare come una ciminiera, verso le cinque o le cinque e mezzo penso seriamente che dovrei andarmene a dormire. Ma non ho il benché minimo sonno. Sveglio e fresco come una rosa. Ma sì, va'; pigliamoci una pausa, ché l'alba è sempre un gran spettacolo. Specialmente se, proprio all'alba, viene in mente di fare un piccolo giretto per tregge, qui in zona, dietro casa. "Un quarto d'ora e come la va, la va", mi sono detto; e la m'è andata dimolto bene, perché a trecento metri guardate un po' cosa ho trovato. Pure con la targa di Bologna, nella fioca luce dell'aurora (che a me viene sempre da scrivere ABPOPA, con il relativo e malcelato sogno di cannoneggiare il Palazzo d'Inverno). Come se non bastasse, pure d'un verde smeraldo da smeraldare tutta la giornata.