Devono essere, questi ultimi giorni di gennaio (tradizionalmente detti della merla, o più opportunamente -visti i chiardiluna sotto i quali ci troviamo a vivere- della merda), particolarmente propizi alle Alfe Gittì. Una strada abbastanza nascosta che percorro quasi tutti i giorni a mo' di scorciatoia per evitare un semaforo e un ponticello costantemente ingorgato, ed eccola là. Un nuovo capolavoro, stavolta con targa romana. Per il resto, niente da aggiungere a quanto detto nel post precedente: una di quelle vetture che, anche se ne trovassero dieci al giorno, varrebbe sempre la pena fermarsi.