Ero abbastanza stupito, e anche un po' contrariato, del fatto che fra tutte le tregge di questo blog ancora non ci fosse un bel carrattrezzi come si deve; mi ricordo che, da ragazzino, i carrattrezzi che si vedevano in giro erano spesso automezzi indistruttibili quanto antidiluviani, spesso e volentieri di questo modello Fiat; ed è chiaro che, data la loro funzione, la robustezza doveva essere la caratteristica principale. Oddìo, nel vasto e pazzo mondo sarà pur successo che un carrattrezzi si sia guastato, e magari proprio durante un intervento; ma penso che, in generale, sia sempre stato un caso piuttosto raro (anche perché i carrattrezzi provengono da officine meccaniche, e quindi erano tenuti sotto manutenzione costante).
Di carrattrezzi antidiluviani non se ne vedono più. Anzi, ora sono tutti nuovi e bellini, persino senza ammaccature; e non mi riesce farmene una ragione. D'accordo che il Treggista è per natura un nostalgico passatista, ma lo trovo contronatura. Così, quando il Dio dei Bivi me ne ha fatto finalmente incontrare uno in regola, su un vecchio 242, me ne sono abbondantemente fregato del diluvio che stava imperversando, dell'ora assurda (le quattro e mezza del mattino) e, soprattutto, della situazione: stavo tornando da un lunghissimo servizio di ambulanza letteralmente in culo al mondo, con un volontario addormentato accanto e l'altra volontaria a dormire sulla barella.
Nulla da fare: per il carrattreggia parcheggiato in una piazzola alle estreme propaggini della città, targato Ferrara (un classico dei vecchi carrattrezzi avere targhe sparse), ho sfidato il fortunale. Il volontario si è svegliato sentendo fermarsi l'ambulanza, e mi ha visto, esterrefatto, mettermi a fare fotografie a un carrattrezzi sotto l'acqua a catinelle. "Ma che fai?", mi ha chiesto; "Niente, niente, tranquillo, dormi", gli ho risposto.
Di carrattrezzi antidiluviani non se ne vedono più. Anzi, ora sono tutti nuovi e bellini, persino senza ammaccature; e non mi riesce farmene una ragione. D'accordo che il Treggista è per natura un nostalgico passatista, ma lo trovo contronatura. Così, quando il Dio dei Bivi me ne ha fatto finalmente incontrare uno in regola, su un vecchio 242, me ne sono abbondantemente fregato del diluvio che stava imperversando, dell'ora assurda (le quattro e mezza del mattino) e, soprattutto, della situazione: stavo tornando da un lunghissimo servizio di ambulanza letteralmente in culo al mondo, con un volontario addormentato accanto e l'altra volontaria a dormire sulla barella.
Nulla da fare: per il carrattreggia parcheggiato in una piazzola alle estreme propaggini della città, targato Ferrara (un classico dei vecchi carrattrezzi avere targhe sparse), ho sfidato il fortunale. Il volontario si è svegliato sentendo fermarsi l'ambulanza, e mi ha visto, esterrefatto, mettermi a fare fotografie a un carrattrezzi sotto l'acqua a catinelle. "Ma che fai?", mi ha chiesto; "Niente, niente, tranquillo, dormi", gli ho risposto.