martedì 17 aprile 2012

Illenisti. L'universo del Marco Polo (6)


29. Altra veduta laterale del Marco Polo

RIASSUNTO DELLE PARTI PRECEDENTI. Il "Marco Polo" è un furgone Fiat Iveco Daily del 1985 parcheggiato in una strada di Genova. I suoi proprietari, i signori Cannata Salvatore e Franco (inventori e ricercatori, costruttori di città e Illenisti), sottoposti a continue minacce e vessazioni da parte del vicinato e costretti a loro volta a forme estreme di autodifesa, vi tengono in realtà oscuri e sfuggenti rituali magico-sciamanici. Il "Marco Polo" come porta d'ingresso a un universo parallelo? Le cose sembrano apparire sempre più chiare. Tra profonde considerazioni filosofiche, gli Illenisti cominciano col mostrare la loro superiore tecnologia proponendo ciò che sembra un sistema di frenatura e segnalazione di manovra; ma il mistero più fitto aleggia su quell'angolo di Genova occupato dal "Marco Polo". Comincia agghiacciantemente a diradarsi un po' coi precisi riferimenti alla pratica del "quipu" incaico e, soprattutto, con la fusione del motore che prefigura un guasto avvenuto ad un mezzo intersiderale di alieni ostili, che hanno così stabilito a Genova una testa di ponte: la somiglianza decisa degli Illenisti con gli esseri del ciclo di Cthulhu lovecraftiano pone scenari più che inquietanti. Gli Illenisti, bloccati sul pianeta Terra, propugnano la costruzione di un avveniristico ponte sullo stretto di Messina per servirsene come base per la futura invasione; messaggi di avvertimento ai capi di stato mondiali, al presidente Obama e a Silvio Berlusconi. Dopo un accorato appello al rispetto del giuramento di Socrate da parte di medici, giudici e avvocati, gli Illenisti svelano finalmente da dove partirà l'invasione aliena del pianeta Terra: si tratta della località siciliana di Vallelunga Pratameno (CL), vera e propria "porta d'ingresso" cosmica a misteri che non si possono dire. Tra Scilla e Cariddi si preparano tempi molto, ma molto duri.

Questi i fatti; ma restano da fare ancora alcune considerazioni rilevanti da fare. La prima è che gli Illenisti, comunque la si veda e qualunque sia lo spaventoso pericolo per l'umanità che essi incarnano, sono dotati di una ben precisa coscienza ecologista:


30. Recupero plastica e geometri

Come si può vedere da quest'ennesima invenzione degli Illenisti, anche gli Alieni si devono essere accorti che il pianeta Terra è in condizioni spaventose. L'ingegnoso sistema di recupero della plastica da essi proposto ci conforta assai; un po' meno quello dei geometri. Sono d'accordo che ce ne siano un po' troppi (ivi compreso mio fratello, debbo dire), ma sottoporli addirittura a smaltimento mediante appoggio di pannelli isolanti mi sembra un po' troppo. La coscienza ecologista degli Illenisti, comunque, è senz'altro degna di lode:


31. Tutto il mondo è un'immensa Scarpino

Con questa comunicazione (invero estremamente chiara) degli Illenisti, apprendiamo che da Scarpino vien giù d'ogni cosa, specialmente di fronte al demolitore "Da Bruno" (che, mi permetto di aggiungere, potrebbe essere un'ottima fonte di tregge). In attesa che tutto il mondo, particolarmente a Borzoli, sia costretto a bere i troiai che produce, veniamo a sapere che le discariche del pianeta Terra sono diventate oramai una sorta di ristorante zoologico. Inutile dire che, stavolta, gli Illenisti hanno pienamente ragione. Vi è però qualcosa che, ohimé, mina alla base tutti i ragionamenti che abbiamo fatto sinora:


32. Le strade del vino

Ordunque, qui le cose si complicano parecchio. Tra rivelazioni, macchinari futuribili, ponti di Messina e sistemi di smaltimento della plastica e dei geometri, ci eravamo quasi convinti che si trattasse di un gigantesco complotto interplanetario ordito da mostruosi esseri venuti da misteriosi accidenti del tempo e dello spazio. Con questa cosa, però, si insinua il sospetto che ci troviamo di fronte a dei comunissimi, anche se più rassicuranti, briachi. Il fatto che su un articolo che parla di strade del vino sia stata pure apposta la consueta effigie degli Illenisti, ci fa nutrire più di un dubbio; dubbio confermato anche da quest'altra comunicazione affissa sul Marco Polo:


33. Uva fragola

Potrebbe decisamente essere che gli Illenisti non siano affascinati soltanto dall'uva fragola (dalla quale si ricava sí il fragolino, una cosa che non è nemmeno classificata come vino), ma da ogni tipo di uva, anche e soprattutto quella che viene utilizzata per produrre il bacchico nettare. Gli Illenisti dimostrano di conoscere bene la storia enologica; si apprende peraltro che il feudo del conte Tascadal dev'essere parecchio singolare, se comprende vigne e una stazione ferroviaria. A far da contraltare a questa loro passione per il succo d'uva fermentato (si vede che il vino deve avere affascinato anche degli alieni: non tutto di questo orrendo e malsano pianeta è da buttare, insomma), gli Illenisti si preoccupano però anche dell'acqua proponendo un'altra loro invenzione che sfrutta le gomme delle automobili per l'irrigazione. Una ne fanno e cento ne pensano!

(6 - continua)