Ed eccoci, finalmente, all'Isola d'Elba. Quest'anno, le "vacanze grosse" hanno deciso di incominciare col Turbo; e, infatti, presso il classico benzinaio alle porte di Marina di Campo, ecco che si presenta questo bell'esemplare rosso di Fiat Uno Turbo del 1985, invero una delle ultime targhe arancio-bianconere della provincia livornese. La cosa è tanto più ragguardevole, quanto è nota la scarsa presenza all'Elba, specialmente in estate, di autovetture con targa "indigena"; è sempre stato così, e così sarà sempre in saecula saeculorum (oggi, lo riconosco, ho un che di ecumenico).
La Uno Turbo era, come dire, un'aberrazione sotto forma di macchina. Un'utilitaria, poiché la Uno era un'utilitaria e non ci giriamo tanto attorno, trasformata in bolide mediante un motore da 1301 cc alimentato a iniezione elettronica con turbocompressore IHI e il celeberrimo intercooler, che per la sua pronuncia inglese dette immediatamente luogo alle più fantasiose variazioni; naturalmente, a Livorno e provincia (ma non solo), passare a indercùlo fu tutt'uno, e credo che tuttora ben pochi non si siano lasciati tentare da questa labronica storpiatura (classiche le espressioni rivolta al guidatore della Volvo, del tipo "ma va a pigliàttelo in der cùler, dé!"). Tutte queste cose significarono 105 CV e una coppia massima di 16 kgm, che tradotto in soldoni vuol dire che la Uno Turbo andava a 200 all'ora, schizzando da 0 a 100 kmh in otto secondi. Va da sé che la Uno Turbo ha provocato una caterva di morti e feriti gravi, specialmente se messa in mano a giovincelli vari; una diretta concorrente, insomma, dell'altrettanto pericolosa Golf 16V.
Anche per i suoi consumi non propriamente convenienti, però, è pressoché scomparsa dalla circolazione; e si capisce allora meglio perché l'Elba abbia davvero cominciato col Turbo. Nei giorni successivi, lo ha messo sul serio ma dal punto di vista treggistico. Vedrete!