Il procedimento non è nuovo: era già stato sperimentato alle Ferriere in Val d'Aveto. Per la memoria si fa ogni cosa, ivi compreso fotografare una fotografia: è quel che m'è successo ai primi di quest'anno, in una delle non molte occasioni in cui vo in centro. In un bar tabacchi di via del Campidoglio c'era questa foto, che ritrae proprio la medesima via (nei pressi di piazza della Repubblica e di via Pellicceria) nei giorni immediatamente successivi all'alluvione del 4 novembre 1966; e al barrista ancora, a dire il vero, non era successo che qualcuno cavasse fuori la macchina fotografica per riprendere quella foto, che qua sopra ho ingrandito. Quella originale è qui sotto.
Dopo tante e tante immagini di macchine distrutte dalla furia delle acque (e del fango), qualche vettura superstite che si aggirava nella città dopo la catastrofe, tra le vie sconciate dalla mota e dalle cataste di masserizie alluvionate. Su tutte quante spicca, in primissimo piano, una Fiat 1100 del 1961. Che allora, sarà bene ricordarlo, aveva soltanto cinque anni; ma, accanto ad essa sulla destra, si vede spuntare il muso inconfondibile di una Fiat 850, mentre dall'altro lato della strada si riconoscono una Renault 4, una Fiat 1500 e un camion Fiat 642. Ma la cosa che, forse, colpisce più di tutte è il sole quasi abbagliante che si riflette nel fango...