domenica 13 marzo 2011

E fosti subito Alfista



Arna, kilometrissima Alfa. Quanto t'avevo cercata! Meditando persino di fare un salto a Livorno, dove mi ricordavo anni fa di averne vista una superstite; invece eccomi non lontano da casa mia, al classico distributore da treggista (semafori e pompe di benzina: alleati naturali del treggista militante), da dove sta sortendo l'ineguagliabile risultato della joint-venture Alfa-Nissan del 1980. L'Arna, appunto; da Alfa Romeo - Nissan Auto. L'ultimo regalino della gestione Massacesi e dell'Alfa Romeo di stato (era, all'epoca, ancora di proprietà dell'IRI). Ci sarebbe da chiedersi se, in questo caso, l'espressione joint-venture non abbia piuttosto a che fare con le canne (joint), vista tutta la storia che vado brevemente a ripercorrere.

Alla fine degli anni '70, l'Alfa decide di inserirsi nel mercato delle auto di classe medio-inferiore, per fare concorrenza soprattutto alla Golf (ma anche alla Ritmo e alla Lancia Delta); visto che non c'è tempo per progettare un'auto nuova in tempi brevi, Ettore Massacesi, supermanager di stato, decide di creare questa famosa joint-venture con la Nissan, ai suoi tempi strapubblicizzata e presentata come "rivoluzione": la prima unione tra una casa occidentale e una giapponese. E qui comincia la favolosa storia dell'Arna.


La Nissan Cherry, ovvero l'Arna giapponese

Tempi brevissimi: la Nissan avrebbe fornito la scocca della Pulsar (poi riprodotta senza cambiare nulla sulla Cherry), mentre l'Alfa ci avrebbe messo le meccaniche derivate dall'Alfasud. Il 9 ottobre 1980, data fondamentale nella storia dell'automobile, Massacesi e il presidente della Nissan Auto, Takashi Ishihara, firmano l'accordo; in tempi record si attiva la produzione a Pratola Serra, provincia di Avellino. Pochi giorni dopo, la zona viene scossa da un disastroso terremoto; non propriamente un inizio beneaugurante. Viene anche approntato uno spot pubblicitario epocale, con il jigle Arna, kilometrissima Alfa e uno degli slogan più sbeffeggiati della storia dell'automobile: "Arna. E sei subito Alfista.".



E fu subito una catastrofe, invece. Non appena comincia l'assemblaggio dei prototipi, ci si accorge che nella scocca della Nissan il motore Alfasud non c'entra proprio. Non ci sta. Le scocche devono essere quindi modificate per accogliere il motore, causando ritardi mostruosi nella produzione (quella dei tempi brevi), e anche un aumento dei costi di produzione che fanno lievitare il prezzo previsto. Gli Alfisti, quelli veri, non appena s'accorgono invece di quel che il Biscione intende propinare, scendono in guerra con l'unica arma a loro disposizione: il rifiuto categorico, totale, inappellabile. Un'Alfasud travestita da macchina giapponese già fuori moda persino in Giappone. In tempi brevi, l'operazione Arna si rivela come il più grave disastro commerciale nella storia dell'Alfa Romeo; e non bastarono a salvare l'Arna, rimasta in produzione solo tre anni, le sue prestazioni più che ottime (kilometrissima lo era per davvero). Anni dopo, un sondaggio promosso da un quotidiano promosse l'Arna come auto più brutta del secolo; poi venne la Fiat Duna...