lunedì 21 marzo 2011

Tris di 126, con replay




Certo non sono numerose come le 500, delle quali intesero prendere il posto; però di 126, o di polaquitas che dir si voglia, ce ne sono sempre un bel po' in giro. E questo tris lo fo cominciare con un gradito replay, quello della Rossa di Pistoia che si calcinava al sole nell'estate del 2009. Niente sembra essere cambiato: né la zona, né la targa anteriore che continua a traîner sopra il cruscotto, né le bolle di ruggine, e né la sua immortalità (è del 1973 e si avvia quindi ad essere una scanzonata ancorché rispettabile quarantenne). Quello delle tregge ritrovate è un capitolo tutto a sé del TB; usualmente non le rimetto in circolo, ma ci può e ci deve essere qualche eccezione. La pistoiese, poi, deve avere una curiosa vocazione ospedaliera: due anni fa era parcheggiata appena fuori un grande ospedale, mentre stavolta l'ho beccata proprio nel parcheggio del medesimo presidio sanitario. Andrà a farsi le cure geriatriche?



La seconda 126 dall'alto si è invece, come dire, guadagnata la pagnotta (vale a dire l'inserimento nel TB). Non che non lo meritasse; però sono sempre piuttosto restio con le ritargature alfanumeriche. Quei "blob" di perniciosi numeri e di cacotàrghiche lettere mi bloccano. Però, poverina, non è colpa sua; sarà stato più di un anno che la vedevo a pochi passi da casa mia, vicino all'Esselunga di via dell'Argingrosso, e alla fine non ho resistito alle sue implorazioni. Targa a parte, è poi una treggia in piena regola (anzi, come va di moda dire ora: senza se e senza ma); di quel blé scuro, oltretutto, che dopo un po' si imbastardisce cangiandosi in bizzarri riflessi oleosi -una caratteristica delle favolose verniciature Fiat!



La terza e ultima 126 (l'anconetana del 1981, insomma) è invece un tipico esempio di vetturetta ben tenuta (anche se, probabilmente, un po' rifatta).