martedì 15 marzo 2011

Un anno di Firenze-Fiesole (FF/32)



La Firenze-Fiesole del 14 marzo 2010 ci tiene oramai compagnia da un anno; anzi, domenica scorsa si è di nuovo tenuta. E io, rigorosamente, non ci sono andato. Un po' per tenere fede al proposito di base del TB (niente raduni), e un po' perché le foto fatte lo scorso anno basteranno a dir poco anche per tutto il 2011. Il TB, del resto, non è un blog "fotografico": è nato e procede in funzione dei suoi commenti e delle sue storie, sovente molto piccole. Ma sono le storie che ci raccontano tutti questi vecchi automezzi, e sono storie che non di rado s'incrociano con quelle grandi; o perlomeno le sfiorano rombando imperterrite.

Si prenda ad esempio questa "vettura dell'anniversario": tutti si saranno accorti che è una Fiat, certamente: c'è il marchio bello chiaro. Poi, la dicitura "Grand Prix". Una peperina anni '70 (è del 1974, per la precisione), insomma; certamente. Ma lo sapete che cos'è esattamente? È una Fiat 850. All'epoca più o meno tutte le vetture popolari avevano delle versioni coupé, sportiveggianti, corsaiole, spider e quant'altro; non fece eccezione nemmeno la 500. E così ecco questa Fiat 850 Sport Grand Prix, che rappresenta l'estrema trasformazione del modello-base, del quale peraltro ha tutta quanta la meccanica.

Come non lasciarsi trasportare dai ricordi? Ora vi dirò qual è il particolare che più me li induce, e preparatevi a sorridere scuotendo il capo. Sono i fari a scomparsa. I fari a scomparsa sono anni '70 puri, seppur mi sappia che siano presenti anche su qualche modello più moderno. Le vetture dei fumetti avevano spesso i fari a scomparsa, da Paperino a Diabolik; e sognavo di pigiare il bottoncino per tirarli fuori. Credo che fra i bambini e le macchine ci sia un legame paragonabile a quello che hanno coi cani, e non per niente hanno inventato le automobiline (che "alluvionavo" regolarmente in vasca da bagno: credo che, con me, papà Freud ci avrebbe fatto i soldi, ci avrebbe). Di fronte a una macchina coi fari a scomparsa, tuttora, mi brillano gli occhi. Ovviamente non ne ho mai avuta manco mezza, ed è meglio così: posso continuare a sognare, e i sogni non hanno prezzo.