In tempi che oramai si allontanano sempre più agghiacciantemente, sulle macchine da corsa di ogni ordine e grado (dalla Formula 1 alla Formula Festadelvino di Montefioralle) imperversavano salutari vizi. Su questa, ad esempio (di cui ignoro totalmente la marca, ma poco importa), ripresa all'inesauribile Firenze-Fiesole dello scorso anno, è presente il Martini Racing Team; ma su altre c'erano tutte le sigarette possibili e immaginabili (Marlboro, John Player Special, Muratti Ambassador, e si vocifera che su una Giannini 595 impegnata su un circuito di fortuna a Polcanto ci fossero le insegne delle Esportazione senza filtro), e su altre ancora i mitici preservativi Durex (marchio, direi, quanto mai esplicito ed efficace; Moscex non avrebbe funzionato molto, mi sa). Tempi felici, quelli dei viziacci liberi, senza i mortiferi salutismi e moralismi di ora. Quando un incidente dove pure ci rimettevi le penne era un semplice incidente, e non ti etichettavano immediatamente come briaco perché avevi bevuto mezzo bicchiere di vino. Bacco, tabacco e Venere si sposavano per natura e a meraviglia con le macchine da corsa, col numeraccio 19 nel tondone bianco e coi coloroni rossi vivi. Ach so. Come to Marlboro Country. E quando eri nella Marlboro Country, ti facevi un Martini e magari, dopo, passavi qualche bel momento ma rigorosamente col goldone Durex. Ora, invece, se ti accendi una Marlboro nel giardinetto dove ci sono i bambini ("A volte, pensando ai bambini, rimpiango crudelmente la scomparsa degli orchi", diceva l'umorista francese Alphonse Allais), quasi ti arrestano; se ti bevi un Martini e ti metti alla guida c'è subito pronta la pattuglia di sbirri; e per metterti il Durex devi prima aspettare l'autorizzazione di suasantità. Maledizione, che tempi di merda.