domenica 23 gennaio 2011

Mark B. e uno zibaldone di meraviglie


Questo sarà un (lungo) post altamente composito, tutto incentrato sugli avvistamenti di Mark B. Chi ha seguito il TB negli ultimi giorni si sarà oramai familiarizzato con colui che è realmente una sorta di principe dei Treggisti a Firenze e provincia, e che sono davvero felice e onorato di ospitare su questo blog. In questo post, Mark B. ci presenta alcune autentiche meraviglie da lui reperite e fotografate.

La prima, quella della foto sotto il titolo, è una Fiat 508; forse questo nome non dirà molto ai più, ma se dico Balilla credo che si accenderanno parecchie lampadine. La Balilla rappresentò il primo tentativo di motorizzazione diffusa in Italia; dico "diffusa" e non di massa, perché nel 1932, al momento della sua commercializzazione (con l'ingegner Valletta che la presentò direttamente al Dvce del Fassismo), costava comunque 10.800 lire. Una cosa che nessun operaio o proletario si sarebbe mai potuto permettere, sebbene rappresentasse l'automobile con costo più basso tra quelle prodotte fino a quel momento in Italia. L'esemplare qui fotografato da Mark B. è del 1934 e rappresenta anche l'esordio del TB nel "magico mondo" delle FI 1... e qualcosa; una cosa davvero da sottolineare.


Una cosa di cui anche Mark B. si dev'essere ben accorto, è che il filone delle tregge matrimoniali butta dimolto bene; in effetti è abbastanza comprensibile che gli attuali possessori di Ford Kà (l'accento non c'è, ma ce lo metto a spregio), di Sùvvi e di altri orrori automobilistici del nuovo millennio desiderino, nel loro giorno più bello, mettere i loro nuziali culi su un'automobile degna di questo nome, tipo questa Lancia Augusta immatricolata nel 1946. Dico "immatricolata", perché la Lancia Augusta fu prodotta soltanto dal 1933 al 1936, e quindi questa non è, sebbene antichissima, una targa originale. Magari, ma questa è una mia opinabilissima opinione, si sarebbe potuta evitare il pacchianissimo addobbo "W gli sposi" sul retro di una vettura del genere, che è augusta realmente, di nome e di fatto; il rischio è un po' quella di renderla ciò che in francese significa auguste, vale a dire "clown, pagliaccio". A mio parere, anche gli sposi sarebbero d'accordo.


Qui saltiamo invece al 1948, e ci saltiamo con una cosa che fa appunto sussultare. Questa è, infatti, un'autentica Kübelwagen Typ 82 (e non "Kumbelwagen" come scrive Mark B. nelle sue "tabelle di avvistamento"; mi permetto questa piccola correzione linguistica). La "Tipo 82", prodotta dalla Volkswagen in 55000 esemplari, fu l'automobile militare germanica per eccellenza; la meccanica era, manco a dirlo, più o meno quella del Maggiolino. Poiché neppure nella Wehrmacht mancava un goccio d'ironia, fu subito ribattezzata, per la sua forma, "Auto-Tinozza" (questo il significato di Kübel in lingua tedesca). Con tutta probabilità, alcuni suoi esemplari furono abbandonati dalle truppe tedesche in ritirata dalla Linea Gotica dopo l'estate del 1944; con altrettanta probabilità, qualcuno se ne sarà impossessato, l'avrà fatta rimettere in sesto e immatricolata qualche anno dopo. Sapore di un lontano dopoguerra, insomma, e sapore diretto: questo non è un esemplare reperito in qualche magazzino rognoso, restaurata e reimmatricolata magari con un'agghiacciante targa "ZA" alfanumerica. Questa viene davvero da qualche piega del tempo, facendoci immaginare una Firenze ancora mezza in rovine dove qualcuno girava con una Kübelwagen (forse non troppo benvista da parecchi, visti i freschi e non piacevolissimi ricordi che doveva evocare).


Qui siamo l'anno dopo, nel 1949, con una classica Topolino. Di Topolino del '49 ne ho un paio anch'io nel TB, reperite coi miei occhietti, e devo dire che è sempre un gran bel vedere. Sono sempre ricorso all'altrettanto classica Topolino amaranto di Paolo Conte, e questa ne è una. Amaranto come Iddìo comanda. Ci porterei volentieri a giro la fidanzata, va da sé; ma ci sarebbe qualche problemuccio. La piasintëina ci entrerebbe senz'altro, ma io no. E se anche ci entrassi, ci rimarrei incastrato dentro. Le Tregge di quell'epoca presupponevano una statura media decisamente inferiore a quella degli anni del boom, quando sono nato io...


Qualche anno dopo, nel 1954, a Firenze qualcuno circolava con questa cosa qui. Dai cerchi incrociati, avrete già riconosciuto che si tratta di qualcosa che ha a che fare con l'Audi, ma in realtà la casa fondata a Zwickau si chiamava ancora Auto Union. Tale denominazione, che non ha bisogno di traduzione, aveva un ben preciso motivo d'essere: si trattava infatti di una vera e propria unione di 4 case automobilistiche tedesche, avvenuta nel 1932 (da qui i quattro cerchi incrociati, un marchio che richiamava anche le Olimpiadi berlinesi del 1936). Una di queste 4 case che avevano dato vita alla Auto Union era la DKW (Sigla di Dampf-Kraft Wagen, ovvero "Automobile a vapore"). Questa è, per l'appunto, una DKW 3=6. L'unica auto al mondo, credo, che nella sua denominazione ha un segno di uguale. Conoscendo le abitudini e le passioni di Mark B., non ci sarebbe da stupirsi se fosse l'unico esemplare mai circolato a Firenze e provincia; fu prodotta dal 1953 al 1959.


E, a proposito di abitudini di Mark B., vi sarà già sufficientemente nota la sua passione per le Oldest Ones fiorentine, vale a dire gli esemplari più vecchi in circolazione di un dato modello. Questo, infatti, sembra essere l'esemplare più vecchio della Fiat 600 ancora in circolazione a Firenze e dintorni. La Fiat 600, l'icona del boom italiano, fu prodotta a partire dal 1955, e questa qui -manco a dirlo- è del 1955. Aggiungo che, stante la mia passione per le Seicento, per mandarla un paio di volte potrei arrivare a vendere l'anima al Diavolo; tanto l'inferno comunque mi aspetta, quindi non sarebbe un gran sacrifizio.