D'accordo. Lo ammetto. Sono un maledetto sentimentale. Però, a me, che di dugentrentotti ne ho mandati una caterva, con i frullini e la sirena che fa pipòpipò pipòpipò, vederne uno ridotto in questo stato fa male al cuore. Magari il proprietario (sempre che non sia nel frattempo passato a miglior vita e che non vi sia fatto seppellire dentro, sotto la catasta di vecchi copertoni che s'intravede dal lunotto anteriore; nel qual caso il relitto avrebbe un'importantissima e nobile funzione) ha degli ottimi motivi per tenerlo là, a disfarsi sotto il sole di luglio o nel gelo di febbraio; però io avrei almeno 238 motivi per salvarlo.
Basterebbe, che so io, il suo color vino, identico a quello del famoso cappottone del ragionier Fantozzi. Oppure le mirabili scritte sulla fiancata, Kawasaki, Alpine Stars e la misteriosa BiEffe che potrebbe essere qualsiasi cosa, da un farmaco per l'acidità di stomaco ("caro, hai mangiato troppo gulasch di rinoceronte, prenditi due pasticche di BiEffe!") a una casa editrice specializzata in testi di dubbio successo commerciale ("Trattato di fisiologia delle salamandre", BiEffe edizioni, 1972). Oppure soltanto la nuvola e il cielo azzurro che si riflettono nel finestrino laterale (cliccare sulla foto): non ci avevo fatto neanche caso, me ne sono accorto or ora al momento di scrivere questo post, e probabilmente ho fatto la più bella foto di tutto questo blog (almeno tra quelle che ho fatto io).
Ci avessi i soldi, maledett'a loro. Lo rivernicerei del suo color vino, ci lascerei la Kawasaki e il BiEffe, e cercherei che le nuvole e il cielo azzurro si riflettessero non solo sul finestrino, ma su chi ci viaggia dentro. Invece resterà lì a fare da deposito di copertoni e, magari, pure da tomba. Riposi in pace. Ma un omaggio glielo voglio fare. Di solito questo blog contiene tre foto (fronte, lato e retro). Al 238 color vino Kawasaki ne ho riservate quattro.