Ieri sera, durante il Treggia Tour notturno per la città semideserta, mi sono imbattuto in questa Cosa. Non saprei come definirla altrimenti, posto che, ovviamente, si tratta anch'essa di un'automobile; ne fanno fede quattro ruote, un volante e dei pedali. A parte questi universali, che devono aver raggiunto anche i più lontani pianeti delle più sperdute galassie, il resto fa propendere per un autentico Incontro Ravvicinato del 3° Tipo e non mi sarei stupito certamente di vederci a bordo E.T. e famiglia.
In effetti, e lo dico proprio nel quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, del modulo lunare ha l'aspetto. Mi direte voi, senz'altro: ma è targato Firenze. Rispondo: c'è qualcosa di strano? Fiorentini sono stati tra i più grandi esploratori dell'umanità (basterebbero i nomi di Amerigo Vespucci e di Giovanni da Verrazzano), e c'è qualcuno che afferma non senza ottime basi storiche che i primi uomini a mettere piede sul satellite terrestre non siano stati gli americani Armstrong, Aldrin e Collins ma i fiorentini Pinzauti, Francalanci e Degl'Innocenti già nel 1832, a bordo d'un razzo alimentato con una possente mistura di fagioli all'uccelletto, peposo dell'Impruneta e Chianti vecchio. Perché quell'epica impresa non sia passata ai posteri è presto detto: i tre fiorentini, dallo spirito eminentemente e tipicamente pratico, una volta constatato che sulla Luna non c'era assolutamente un cazzo, se ne tornarono indietro e stòppe. Icché ci si va a fare ne' posti 'ndòe 'un ci so' che sassi? O 'un ci se n'ha abbastanza alle Cave di Maiano? -ebbe a commentare il Francalanci; e come dargli torto.
Fatto sta, comunque, che nello spazio infinito i fiorentini abbiano lasciato tracce; come appunto questa. Segno di mondi lontani dove le cose superflue, tipo gli sportelli, non servono; mentre servono, e dimolto, le barre di protezione. Dai sassi, appunto. Con riverenza ed anche un po' di inquietudine per essere davanti a quel veicolo proveniente da remote costellazioni, mi sono avvicinato e ho scattato le foto. In un posto peraltro simbolico: siamo a pochi passi dal luogo dove, il 27 ottobre 1954, a Firenze vennero avvistati gli Ufi. (Ufi, ovviamente, è il plurale di Ufo). Tutto normale. A distanza di cinquant'anni e rotti, nella stessa zona, ne viene avvistato un altro!
In effetti, e lo dico proprio nel quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, del modulo lunare ha l'aspetto. Mi direte voi, senz'altro: ma è targato Firenze. Rispondo: c'è qualcosa di strano? Fiorentini sono stati tra i più grandi esploratori dell'umanità (basterebbero i nomi di Amerigo Vespucci e di Giovanni da Verrazzano), e c'è qualcuno che afferma non senza ottime basi storiche che i primi uomini a mettere piede sul satellite terrestre non siano stati gli americani Armstrong, Aldrin e Collins ma i fiorentini Pinzauti, Francalanci e Degl'Innocenti già nel 1832, a bordo d'un razzo alimentato con una possente mistura di fagioli all'uccelletto, peposo dell'Impruneta e Chianti vecchio. Perché quell'epica impresa non sia passata ai posteri è presto detto: i tre fiorentini, dallo spirito eminentemente e tipicamente pratico, una volta constatato che sulla Luna non c'era assolutamente un cazzo, se ne tornarono indietro e stòppe. Icché ci si va a fare ne' posti 'ndòe 'un ci so' che sassi? O 'un ci se n'ha abbastanza alle Cave di Maiano? -ebbe a commentare il Francalanci; e come dargli torto.
Fatto sta, comunque, che nello spazio infinito i fiorentini abbiano lasciato tracce; come appunto questa. Segno di mondi lontani dove le cose superflue, tipo gli sportelli, non servono; mentre servono, e dimolto, le barre di protezione. Dai sassi, appunto. Con riverenza ed anche un po' di inquietudine per essere davanti a quel veicolo proveniente da remote costellazioni, mi sono avvicinato e ho scattato le foto. In un posto peraltro simbolico: siamo a pochi passi dal luogo dove, il 27 ottobre 1954, a Firenze vennero avvistati gli Ufi. (Ufi, ovviamente, è il plurale di Ufo). Tutto normale. A distanza di cinquant'anni e rotti, nella stessa zona, ne viene avvistato un altro!