Siamo soltanto pochi metri più in là rispetto al 238 del post precedente. Nello stesso posto, sembra, è venuta a morire una doña della Mancha. E che sia proprio della Mancha non c'è dubbio: ha ancora la sua vecchia targa spagnola di Ciudad Real, che per l'appunto si trova esattamente in quella regione.
A morire? Non lo si può sapere. Non lo si può mai sapere con quella gente lì, con la gente di Don Chisciotte. E qualcosa di Don Chisciotte ci deve entrare per forza. Innanzitutto, e non a caso, è una Due Cavalli: e due cavalli non possono essere che Don Chisciotte e Sancho Panza. Vabbè, d'accordo, ricorda senz'altro più Ronzinante; ma se tanto mi dà tanto, il cavallo dell'hidalgo dalla Triste Figura non doveva essere messo tanto meglio. Il suo stato attuale testimonia poi di un poderoso scontro: se con dei mulini a vento o con un TIR polacco non è dato però saperlo.
Un'altra ipotesi più che plausibile sarebbe che la sig.na Aldonza Lorenzo (più nota come Dulcinea del Toboso), per sfuggire alle appassionate ma strampalate avances di Don Chisciotte, abbia preso la sua utilitaria e sia scappata nel Chianti; ma poiché, come ho detto prima, sono un terrificante sentimentale, preferisco pensare che Don Chisciotte e Dulcinea siano sì scappati nel Chianti, ma insieme. A bordo della fedele dedeuche targata Ciudad Real. Certo, nel XVI secolo doveva essere un bel viaggetto; con quelle strade là, poi. Le strade spagnole sono rimaste fino alla caduta della dittatura più o meno nelle stesse condizioni del 1500. La povera Dos Caballos, una volta adempiuto il suo dovere, avrà pure avuto il diritto di tirare le cuoia. Ma non può certamente essere mandata allo sfascio! Deve restare lì per sempre, immortale, in attesa di un Cervantes che la canti. Pardon: che la Chianti. Ai due amanti, spero, avrà fatto piacere fuggire in una terra dove c'è del vino buono sul serio. Non vorrei dire, ma nonostante le appassionate réclames fatte nei suoi romanzi dal defunto Vázquez Montalbán, il vino spagnolo fa generalmente piuttosto cacare (al pari delle presuntuose ricette di cucina di Pepe Carvalho: vuoi mettere con la pasta 'ncasciata e con le delizie ittiche della trattoria San Calogero?)
Bene. Ora le mie consuete bischerate le ho dette. Andrà a finire che, dopo questo post, fra qualche giorno riceverò una telefonata dalla Guardia Civil di Ciudad Real che mi chiederà informazioni, dato che -magari-, l'autovettura in questione era ricercata in Spagna dal 1976 perché servita per la clamorosa rapina al Banco de Mecagoendios, che fruttò mezzo miliardo di pesetas. Sappiate comunque che svierò le indagini. Dirò che la vettura appartiene a un mio conoscente spagnolo, tale Alonso Quijano. Tanto sanno una sega i poliziotti chi è Alonso Quijano!
A morire? Non lo si può sapere. Non lo si può mai sapere con quella gente lì, con la gente di Don Chisciotte. E qualcosa di Don Chisciotte ci deve entrare per forza. Innanzitutto, e non a caso, è una Due Cavalli: e due cavalli non possono essere che Don Chisciotte e Sancho Panza. Vabbè, d'accordo, ricorda senz'altro più Ronzinante; ma se tanto mi dà tanto, il cavallo dell'hidalgo dalla Triste Figura non doveva essere messo tanto meglio. Il suo stato attuale testimonia poi di un poderoso scontro: se con dei mulini a vento o con un TIR polacco non è dato però saperlo.
Un'altra ipotesi più che plausibile sarebbe che la sig.na Aldonza Lorenzo (più nota come Dulcinea del Toboso), per sfuggire alle appassionate ma strampalate avances di Don Chisciotte, abbia preso la sua utilitaria e sia scappata nel Chianti; ma poiché, come ho detto prima, sono un terrificante sentimentale, preferisco pensare che Don Chisciotte e Dulcinea siano sì scappati nel Chianti, ma insieme. A bordo della fedele dedeuche targata Ciudad Real. Certo, nel XVI secolo doveva essere un bel viaggetto; con quelle strade là, poi. Le strade spagnole sono rimaste fino alla caduta della dittatura più o meno nelle stesse condizioni del 1500. La povera Dos Caballos, una volta adempiuto il suo dovere, avrà pure avuto il diritto di tirare le cuoia. Ma non può certamente essere mandata allo sfascio! Deve restare lì per sempre, immortale, in attesa di un Cervantes che la canti. Pardon: che la Chianti. Ai due amanti, spero, avrà fatto piacere fuggire in una terra dove c'è del vino buono sul serio. Non vorrei dire, ma nonostante le appassionate réclames fatte nei suoi romanzi dal defunto Vázquez Montalbán, il vino spagnolo fa generalmente piuttosto cacare (al pari delle presuntuose ricette di cucina di Pepe Carvalho: vuoi mettere con la pasta 'ncasciata e con le delizie ittiche della trattoria San Calogero?)
Bene. Ora le mie consuete bischerate le ho dette. Andrà a finire che, dopo questo post, fra qualche giorno riceverò una telefonata dalla Guardia Civil di Ciudad Real che mi chiederà informazioni, dato che -magari-, l'autovettura in questione era ricercata in Spagna dal 1976 perché servita per la clamorosa rapina al Banco de Mecagoendios, che fruttò mezzo miliardo di pesetas. Sappiate comunque che svierò le indagini. Dirò che la vettura appartiene a un mio conoscente spagnolo, tale Alonso Quijano. Tanto sanno una sega i poliziotti chi è Alonso Quijano!