martedì 17 novembre 2009

Il Palio de' Cinquini



Tutti si saranno accorti che, oramai, coi Cinquini si va a gruppi etnici: qualche giorno fa è toccato a quelli siciliani, poi a quelli romani; ora tocca a quelli senesi. Giocoforza tirare in ballo quella loro famosa corsettina di cavalli che tengono nella loro piazzetta principale due volte all'anno, in luglio e agosto; e debbo dire che, di gran lunga, preferirei che il Palio (ma guai a chiamarlo così da quelle parti: si chiama Drappellone, così come non bisogna dire "corsa", ma carriera; ma del resto non bisognerebbe dire nemmeno "senesi", ma fave) fosse fatto correre a delle Fiat 500 invece che a dei poveri cavalli che più di una volta ci hanno rimesso le penne e la salute. Ma, naturalmente, io non posso capire, dato che un destino assai benigno m'ha fatto nascere 56 km a nord. Come diceva sempre uno che conoscevo, quando si nominavano le differenze tra Firenze e Siena: a Firenze la piazza principale si chiama della Signoria, a Siena del Campo (senza contare lo stadio del Rastrello e il Monte dei Paschi, cioè dei pascoli).

Ovviamente so bene che, con questo post, mi sarò giocato tutte le eventuali simpatie dei Treggisti senesi (per di più prendendo avidamente per i fondelli quella loro corsetta di quattro o cinque poveri castroni maltrattati); ma, del resto, quando una macchina è stata chiamata Palio ne è venuto fuori l'immenso capolavoro che segue (della serie: "Quasi meglio la Duna", di cui del resto è considerata l'erede):


Come se non bastasse, e per ribadire come l'immagine della città del panforte e del Monte de' Paschi sia stata diffusa nel mondo, andate pure in deliquio dinanzi alla Fiat Siena:


Insomma, come dire, qui sto invadendo il campo agli amici di Autodimerda. Meglio, senz'altro, i Cinquini; qualsiasi targa rechino.

Post Scriptum Pallonaro: E' vu' siete ULTIMI! Patire e retrocedere,
succursale dei gobbi! Inchinarsi eternamente di fronte alla VIOLA!