Ci son delle vetture che restano nella memoria di tutti anche dopo cinquant'anni dalla fine della loro produzione; ce ne sono altre che, invece, passano e vanno. Sfido chiunque, ad esempio, a ricordarsi che per quattro anni (dal 1981 al 1985) è stata fabbricata, commercializzata e persino venduta questa cosa qui, vale a dire la Fiat Argenta. Sinceramente, finché Fabrizio non mi ha mandato le foto di questo esemplare genovese del 1984, peraltro tenuto in garage ed in condizioni assolutamente impeccabili, mi ero del tutto dimenticato della sua esistenza. Una delle più tipiche fiattàte di "classe medio-alta", insomma; quando in Corso Marconi hanno lasciato le 500 e le Centoventotte varie e si son dati a rincorrere BMW e Mercedes, ne sono venuti fuori regolarmente de' troiai inenarrabili con i conseguenti flop degni dei Cancelli del cielo di Michael Cimino (il più grande flop nella storia del cinema, ndr).
L'Argenta, dicono le antiche istorie, doveva "sostituire la 132", la quale era vecchia; i geni di Corso Marconi preposti alle "medio-alte" pensarono quindi bene di sostituirla con una vettura già vecchia alla nascita. Dalle linee stile corazzata nordcoreana degli anni '60, l'Argenta ebbe come caratteristica saliente quella di essere ancora a trazione posteriore (l'ultima vettura di tale genere prodotta dalla Fiat, va detto). Nella progettazione della "sostituta della 132" non si trovò di meglio (probabilmente anche per mancanza di quattrini) che prendere la 132, conservarne pedissequamente la struttura di base, metterci due fanaloni anteriori che sembravano televisori e, ovviamente, fare in modo di peggiorare scientificamente la carrozzeria rispetto a quello della 132 (che già non era un gran ché). Et voilà l'Argenta, il treggione dimenticato anche dal Treggista®.
Fu chiamata così, si disse, in onore a tale Argenta Campello, che poi era la figlia di Maria Sole Agnelli; nell'Agnelleria, si sa, ci si chiama spesso con nomi del genere. Si ignora però se la giovane virgulta sia stata così felice che il suo nome fosse dato a un tròschi del genere; nello stupefacente articolo dedicatole da Autodimerda, si ipotizza però correttamente che il nome sia derivato piuttosto dal regista Dario Argento, specialista dell'orrore. L'articolo Wikipedia è enciclopedicamente eufemistico e parla di "aspetto non entusiasmante"; noialtri qua, invece, che siamo un po' più cattivelli, possiamo dire tranquillamente che si tratta della sorella maggiore della Duna. Si aggiungano anche la modesta tenuta di strada, le prestazioni non brillanti e i consumi sostenuti. Come si dice in questi casi: brutta, ma cara.
L'accoglienza in Italia fu pressoché gelida. All'estero si può dire che fu semplicemente ignorata. Alcuni concessionari tentarono pietosamente di piazzarne qualche esemplare a gente che aveva voglia di buttar via denaro, e in qualche sporadico caso ci riuscirono; nel 1985 fu soppressa e sostituita dalla Croma, l'ultima "ammiraglia" della Fiat.