Ed eccoci arrivati alla smazzée de gianviè, la smazzatona di Cinquini che si fa usualmente all'inizio dell'anno quando se ne sono accumulati un bel po'; a dire il vero c'è stato già un "prodromo", ma si trattava di quei particolari Cinquini portatori di targhe strane; questi, invece, sono quelli con le targhe più ordinarie. E si tratta solamente, per ora, di quelli "personali"; poi ci sono da smazzare ancora quelli di Mark B., per i quali ci vorrebbe quasi un blog apposito.
Il "pezzo forte" di questa smazzata di gennaio è senz'altro questo Mezzosacco blé oltremare del 1967. Tra i tanti colorini agghiaccianti che proponeva per le sue vetture negli anni '60, l'Agnelleria ogni tanto azzeccava qualche colore degno di questo nome; e questo è senz'altro tra i più belli. La considerazione sul colore non è oziosa dal punto di vista treggistico; specialmente per quanto riguarda le 500, è legata strettamente al loro stato di conservazione. Non so se avete notato che i Cinquini più intreggiti, arrugginiti, scassati e sbollati sono generalmente bianchi oppure di "colorini-sega" (tipo l'inqualificabile e comunissimo begino, o "color caffellatte fatto con latte irrancidito"); quelli, invece, meglio tenuti e curati hanno colori vivi, ben definiti (rosso vivo, giallo canarino ecc.).
Ed eccone la controprova, con questo esemplare -appunto- rosso vivo munito di portavaligie (un accessorio che sempre più spesso si rivede sui vecchi Cinquini, probabilmente in molti casi non originale e con preciso sospetto di piccola "moda"). Le condizioni perfette del mezzo (del 1968) si notano nonostante le non ottimali circostanze (presa al volo di sera, un'autentica rarità).
Questo qui, invece, è il più classico esempio di White Halfsack che si possa immaginare: davvero la medietas fatta Cinquecento. Bianco, tenuto così e così, e degli anni '70 (è del 1972, per la precisione). Un peccato, però, non poter apprezzare meglio dalle foto il luogo dov'era stato parcheggiato il Cinquino calabrese; uno dei panorami meno conosciuti e più mozzafiato di Firenze.
Un altro Cinquino bianco, sì; ma stavolta è titolare di qualche piccolo record. Prima di tutto, proviene da una stradina semidimenticata che, da sempre, è come una specie di miracoloso "deposito" di 500; è la stessa, solo per fare un esempio, del celeberrimo Patchwork (e non è escluso, anzi probabile, che il proprietario sia il medesimo). Poi, visto che questa è una "smazzata", devo dire che sta in lista di attesa da un tempo che anch'io mi son dimenticato quanto sia esattamente. Eccola qui, infine; un "Cinquino d'uso" ancora pienamente sulla breccia (dev'essere dei primissimi giorni del 1974).
Dallo stesso 1974 proviene questo esemplare qui, con la quale comincia la "smazzata nella smazzata": quella dei Cinquini blé scuro.
I Cinquini blé scuro, come tutti sanno, hanno una ben precisa tendenza: la vernice era spesso di pessima qualità e si cangiava con riflessi "da macchia di petrolio sull'acqua". Non è certamente il caso di questi esemplari tenuti alla perfezione e ancora lucidissimi; questo è del 1975.
Per chiudere, un altro Mezzosacco dalla lunga attesa; e qui si torna decisamente ai "colorini" Fiat per il quale la denominazione dev'essere creata. Per questo qui, del 1974, potrebbe andar bene "color senape scaduta"!