lunedì 20 settembre 2010

La PI 3



No, tranquilli, qui non c'entrano per nulla, fortunatamente, le logge massoniche più o meno occulte, ma semplicemente un'altra Appia bianca del destino, stavolta reperita con gran cura da Simone il Caporniano durante chissà quale dei suoi giri per le officine e i garage più improbabili di tutta la Toscana. L'Appia bianca del destino, si diceva; e il destino, non lieve, di questa, è di essere targata Pisa. Ma a una targa di Pisa dei primi giorni del 1961 si perdonano parecchie cose, se non proprio tutte.

Simone il Caporniano è un ragazzo preciso e meticoloso. Avendone la possibilità, non si limita a fotografare le tregge nella loro esteriorità, ma riprende anche numerosi particolari della meccanica. È una cosa che anche a me piacerebbe fare, ma certo non posso scassinare le vetture che vedo per strada per aprirne il cofano; temo che, se lo facessi, la mia attività di Treggista subirebbe un brusco arresto oltre che provocare qualche legnata alla di me persona. Godiamoci quindi questi stupendi particolari della meccanica appiesca, très soigneusement immortalati da Simone:





Scrive Simone in un suo breve commento, che ovviamente sottoscrivo in pieno (e che dovrebbero sottoscrivere tutti coloro che detestano le centraline):

"Notare come a quei tempi si facessero le cose semplici: chiare istruzioni su cosa fare per sistemare le sospensioni, lavare (non sostituire!) il filtro aria (se lo si deve cambiare c'è comunque scritto il numero del pezzo!!), cosa fa quel fusibile lì (scritto in chiaro in italiano!) ecc. Per mantenere il motore in temperatura, visto che la ventola è sempre in presa si mette una serie di alette a mo' di veneziana e si comandano con un termostato meccanico. Quando la meccanica non era ancora "inquinata" dall'elettronica!"