Era, credo, non più di due o tre giorni prima del 1° giugno 2009, vale a dire due o tre giorni prima dell'inizio del Treggia's Blog. Già una certa Alfa 1750 mi aveva fatto venire certe voglie; una bella mattina di fine maggio, andando a fare la spesa a un hard discount vicino a casa mia, mi vidi davanti questa cosa qui.
Per me, erano anche ricordi. Una Citroën Ami 8 era stata una delle mie prime macchine, e senz'altro quella che fece la fine più curiosa: dopo 4 mesi che la avevo (ovviamente usatissima: era targata FI 560039) me ne andavo tranquillamente per i fatti miei quando, nello scalare dalla terza alla seconda, evidentemente dovetti tirare un po' troppo il cambio a leva. Infatti mi rimase in mano mentre la macchina continuava a andare in una marcia indefinita, forse per purissima energia mistica. Non sapendo che diavolo fare, cominciai a impappinarmi alla guida mentre uno dietro mi strombazzava; non trovai di meglio che aprire il finestrino agitando la leva del cambio sbarbata e convincendolo di colpo a rallentare. Feci in tempo, ohimé, ad arrivare al più vicino sfasciacarrozze, che era proprio dove abitavo allora coi miei. Fine dell'Ami 8, che come tutti in Italia pronunciavo àmi pur sapendo che si doveva dire amì, vale a dire "amico".
"Cacchio, avessi la macchina fotografica...!", pensai quella mattina di maggio del 2009; ma non la avevo dietro, porca puttana. "Una treggia come questa non la si..."; lampadina. Qualche giorno dopo cominciavo a fotografare di tutto a giro per Firenze e per il mondo. Ed è da allora che ricercavo in giro questa vettura targata Padova, che compensa l'innata orripilanza della sua linea con un colore verde scuro che è forse tra i più belli che abbia mai visto. Mi ricordavo persino le prime cifre della targa, PD 28... (vale a dire, è un mezzo del 1971). Nulla da fare. La "Treggia della Lampadina" era svanita nel nulla. Mi ero quasi convinto che fosse tornata a Padova. Ma il Treggista sa aspettare, e nel titolo di questo post l'ho scritto in una specie di siciliano, perché mi suona meglio.
Stamani, 13 settembre 2010. Finite le ferie, si ricomincia a lavorare. Di solito faccio un'altra strada, ma il Dio dei Bivi stamani è intervenuto pesantemente. Non ero di umore propriamente giulivo, e così ho pensato di tirar su per il Piazzale. È un'autentica allungatoia per andare a lavorare, ma qualche volta, se proprio non sono all'acqua alla gola con gli orari, me la faccio per vedermi il panorama di Firenze e per dirmi che un altro dio, quello delle Nascite, poteva farmi venire al mondo a Vergate sul Membro o a Cazzago in Riva all'Olona, e sarebbe stato peggio. Poco dopo il bivio, c'è un altro hard discount della stessa catena di quello dove avevo visto l'Ami 8 targata Padova. E con la coda dell'occhio, proprio là davanti, cosa ti vedo...?
Curiosamente, un altro Treggista Bloggato proprio ieri ha postato una bellissima Ami 6 floreale. Ci dev'essere un filo invisibile che lega tutti noi Treggisti, non c'è nulla da fare. O forse sarà stata l'energia mistica di quella mia vecchia Ami 8 finita male e senza leva del cambio...? Avevo, mi ero scordato di dirlo, 19 anni.
Per me, erano anche ricordi. Una Citroën Ami 8 era stata una delle mie prime macchine, e senz'altro quella che fece la fine più curiosa: dopo 4 mesi che la avevo (ovviamente usatissima: era targata FI 560039) me ne andavo tranquillamente per i fatti miei quando, nello scalare dalla terza alla seconda, evidentemente dovetti tirare un po' troppo il cambio a leva. Infatti mi rimase in mano mentre la macchina continuava a andare in una marcia indefinita, forse per purissima energia mistica. Non sapendo che diavolo fare, cominciai a impappinarmi alla guida mentre uno dietro mi strombazzava; non trovai di meglio che aprire il finestrino agitando la leva del cambio sbarbata e convincendolo di colpo a rallentare. Feci in tempo, ohimé, ad arrivare al più vicino sfasciacarrozze, che era proprio dove abitavo allora coi miei. Fine dell'Ami 8, che come tutti in Italia pronunciavo àmi pur sapendo che si doveva dire amì, vale a dire "amico".
"Cacchio, avessi la macchina fotografica...!", pensai quella mattina di maggio del 2009; ma non la avevo dietro, porca puttana. "Una treggia come questa non la si..."; lampadina. Qualche giorno dopo cominciavo a fotografare di tutto a giro per Firenze e per il mondo. Ed è da allora che ricercavo in giro questa vettura targata Padova, che compensa l'innata orripilanza della sua linea con un colore verde scuro che è forse tra i più belli che abbia mai visto. Mi ricordavo persino le prime cifre della targa, PD 28... (vale a dire, è un mezzo del 1971). Nulla da fare. La "Treggia della Lampadina" era svanita nel nulla. Mi ero quasi convinto che fosse tornata a Padova. Ma il Treggista sa aspettare, e nel titolo di questo post l'ho scritto in una specie di siciliano, perché mi suona meglio.
Stamani, 13 settembre 2010. Finite le ferie, si ricomincia a lavorare. Di solito faccio un'altra strada, ma il Dio dei Bivi stamani è intervenuto pesantemente. Non ero di umore propriamente giulivo, e così ho pensato di tirar su per il Piazzale. È un'autentica allungatoia per andare a lavorare, ma qualche volta, se proprio non sono all'acqua alla gola con gli orari, me la faccio per vedermi il panorama di Firenze e per dirmi che un altro dio, quello delle Nascite, poteva farmi venire al mondo a Vergate sul Membro o a Cazzago in Riva all'Olona, e sarebbe stato peggio. Poco dopo il bivio, c'è un altro hard discount della stessa catena di quello dove avevo visto l'Ami 8 targata Padova. E con la coda dell'occhio, proprio là davanti, cosa ti vedo...?
Curiosamente, un altro Treggista Bloggato proprio ieri ha postato una bellissima Ami 6 floreale. Ci dev'essere un filo invisibile che lega tutti noi Treggisti, non c'è nulla da fare. O forse sarà stata l'energia mistica di quella mia vecchia Ami 8 finita male e senza leva del cambio...? Avevo, mi ero scordato di dirlo, 19 anni.